Fra tutte le amenità, le mancanze di rispetto, di decoro di concetti, di forma (anche grammaticale oltre che linguistiche), di contenuti… ci si turba per una spalla ma non per le fandonnie che ancor più gravi vengono proferite in una aula istituzionale come quella del Consiglio Regionale aostano.
Una spalla di una diciasettenne che, seppur impegnata politicamente, ha il coraggio di cercare di districarsi fra le mille e mille parole e convenevoli di chi indora la pillola fra la scelta della rossa e blu cercando di mantenere tutti dentro un matrix scomodo e sempre più pittoresco.
Allora a me a questo punto non crolla la spallina e non basta la semplice e innocente spalla di una ragazza, che coraggiosamente si dedica a un mondo come quello della politica che è tutt’altro che comodo e facile da capire e districarsi… a me crollano gli zebedei, anzi si trascinano… e scintillano laddove il tempo testimonia che alla fine siamo sommersi da un sacco di parole… belle ma che nascondono, come una amara panatura, una realtà che dimostra essere una mera placcatura di una ennesima patacca….
E’ tristezza, è amarezza, è conati di vomito nel notare che si richiama al decoro una ragazza per una spallina abbassata che riesce a distogliere l’attenzione da problemi ben più importanti che dovrebbero turbare ancor di più per la gravità e per l’entità delle cifre e dei cittadini che ne sono coinvolti…
Basti pensare che mentre fra gli spalti alti del Consiglio Supremo c’era una ragazza diciasettenne che seguiva con attenzione quanto avveniva in Aula, suoi coetanei contravvenivano regolamenti, cartelli e divieti utilizzando i loro skateboard fra le persone anziane che passavano sotto gli archi del Palazzo Regionale, in barba ai Vigili urbani che passavano in auto e dei Consiglieri che venivano disturbati dalla spalla della ragazza che attirava la loro attenzione e non dal rumore o dal disagio di ragazzini, coetanei della fanciulla sopra citata… Mentre i ragazzi si divertivano fuori, lei impiegava il suo tempo nel cercare di stare dietro a ragionamenti, tattiche e dinamiche della politica valdostana (dinamiche forse nemmeno ben chiare agli stessi protagonisti ….)
Abbia il coraggio e la decenza di uscire allo scoperto la persona che si è sentita turbata da questa cosa e che in questo caso ha deciso di appellarsi, giustamente, al regolamento e ci metta la faccia, il proprio nome e cognome.
A questa Onorevole persona suggerirei di valutare il proprio limite di decenza fra quanto ascolta all’interno dell’aula, a quanto accetta anche concettualmente, non solo verbalmente, quando sente certe cose che vanno a colpire quella cittadinanza che è chiamato/a a rappresentare e poi valuti se quel limite è superiore o inferiore alla visione di una spalla di una ragazza di diciassette anni e infine , se avanza del tempo e dello spazio, si faccia un piccolo esame di coscienza e si chieda se era il caso di comportarsi in tal modo (seppur richiamandosi doverosamente a un regolamento che in più occasioni non viene rispettato dalle stesse persone che lo hanno redatto…)
Che dire… in un mondo dove il nudo attira, dove ciò che è naturale può turbare, meglio preservare e nascondere quanto più possibile… poi fate voi se si tratta delle spalle o delle spalle senza “s”…..
… e come sempre… meditate gente… meditate….