ansasardegna_300Scusate, sarò forse un pò controccorrente e non abbiatemene…. Ma della Sardegna e del popolo sardo nelle vostre bacheche in queste ore vi siete forse dimenticati? Un pò come per i nostri marò!….. Passsa il tempo e le immagini rese vive dall’immediatezza degli eventi…svaniscono…sbiadiscono… ma la realtà rimane nella sua crudezza e nella sua tremenda solitudine. E la cosa peggiore non è sapere che queste persone vivono nella nostra calante attenzione ma nella loro realtà dura e quantomai spiazzante per coraggio e voglia di ricominciare e bisogno di tornare a vivere…
Non mi appellerò a donazioni che mettono il cuore in falsa pace momentanea… il mio pensiero è NON DIMENTICARLI e non solo oggi ma anche nelle prossime settimane perchè saranno quelle più dure… Chiedetelo a coloro che vivono guardando ancora l’AQUILA come città fantasma….
Come sempre… meditate gente meditate…

Da qui la risposta di Luca:

Io credo che si possa benissimo pensare a loro anche senza postare quotidianamente messaggi di cordoglio e di solidarietà. O dobbiamo vivere vestiti a lutto come alcune vedove per tutta la vita? Preferisco pensare a loro (e se possibile aiutarli con le mie possibilità) nel mio silenzio e informarmi degli amici che ho là senza farne cosa pubblica, piuttosto che pubblicare quotidianamente messaggi di finto perbenismo per collezionare inutili “likes”. Questa è la mia modesta ed opinabile visione. Forse sarò controtendenza io… boh… ovviamente, Marco, non è riferito al tuo post, ma alla mia visione dell’inutilità di certi messaggi e tonnellate di “mi piace”!
Con rispetto e stima.
Luca

Alchè a Luca ho risposto di impeto:

Mio caro Luca non è questa la natura di questo sfogo… come hai ben centrato e come puoi notare me ne frego altamente dei likes… non sono alla ricerca di quelli. Cerco semplicemente di far riflettere proprio non inseguendo la regola dei likes ma quelli delle proprie sinapsi, indipendenti dalle mode televisive, dalle mode dell’informazione…. Non si tratta di vivere con il lutto perenne, ci manca anzi! Sono loro per primi che sia per necessità sia per volontà non si sono fermati e si sono rimboccati le maniche…. La riflessione da fare (ulteriore se vuoi) è che mentre i poveracci posti ulteriormente in difficoltà hanno la disperazione di rimboccarsi le maniche per uscire dalla meliga e dal fango mentre la nostra classe politica si crogiuola sugli allori e aspetta di vedere i morti (e siamo noi..) passare dal ciglio del fiume… Sarebbe bene si adoperassero non per ripicca politica o per ben apparire agli occhi del proprio elettorato ma per il bene della comunità tutti, scogl..nati, sfortunati, contrati e favorevoli… La comunità è quella che scopre il suo potere nell’aiuto reciproco, nel sotterrare i rancori e rimboccarsi insieme le maniche perchè è necessario fare così per superare gli ostacoli e le difficoltà. Fino a quando non ci sarà la voglia e la volontà di provare a ascoltare e ascoltarsi sarà come sentire un coro di mille voci che vanno per i cavoli loro… Ci sono troppi interessi in gioco e troppi denari e ruoli per far si che si scenda dal piedistallo e si pensi e si viva come la popolazione…
Allora basta all’ipocresia del momento e proviamo a ricordarci bene delle cose anche a distanza di settimane e mesi… distanti dalle mode e dal volere degli altri e impadroniamoci della nostra maniera di pensare prima che si dia tutto per scontato e prima che sia troppo tardi per farlo e con il rischio di perdere anche questo diritto… Il diritto di dissentire dalle mode, dai discorsi di comodo e dalle scontate dinamiche che percorrono l’onda del fresco sentimento e distolgono l’attenzione dalle cose che accadono di corredo e che poi salgono a galla tempo dopo… quando ci si dimentica facilmente delle emmergenze e ci si occupa di altre cose…..
Con massimo rispetto ma con doveroso occhio critico e con sempre il consiglio di meditarci su un pò…
Marco.

Di fm-web

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