Il protagonista, Belluca, un contabile mansueto, metodico e paziente viene sottoposto a pressioni sia nell’ambito familiare sia lavorativo. Al lavoro, infatti, è vittima dei colleghi che cercano di provocare in lui reazioni violente, visto che è sempre controllato e imbelle mobbing. In famiglia, deve mantenere la moglie, la suocera e la sorella della suocera – tutte e tre cieche – più le due figlie vedove e sette nipoti. Belluca per mantenere la famiglia e poter soddisfare le esigenze delle donne è costretto a intraprendere un secondo lavoro, il copista di documenti, nelle ore notturne. Una sera, dopo aver sentito il fischio di un treno, che precedentemente non aveva mai notato, si ribella alle angherie del capoufficio producendosi in un imprecisato vaniloquio. Con queste reazioni, fuori dagli schemi della società e dal suo modo di essere, i suoi colleghi lo ritengono pazzo e lo fanno rinchiudere direttamente nell’ospizio. Solo un vicino di casa si rende effettivamente conto delle motivazioni che l’hanno spinto a tale gesto ed è l’unico a capire che il protagonista non è diventato pazzo, bensì il suo comportamento è stato una semplice reazione alla situazione diventata ormai insostenibile. Nella novella l’ordine cronologico è invertito. Non si va dalla normalità alla pazzia ma dalla pazzia dobbiamo risalire alle cause che l’hanno determinata che affondano nella probabile normalità.
Il fischio del treno (che sarebbe il treno della Fantasia) rappresenta un modo per uscire dalla quotidianità attraverso l’immaginazione che consente di fare viaggi in luoghi lontani e sperduti. A differenza degli altri personaggi pirandelliani lui non cerca di crearsi un’altra vita (Mattia Pascal in Il fu Mattia Pascal) o è in ribellione continua con tutte le regole della società (Moscarda in Uno, nessuno e centomila), ma ritorna semplicemente a condurre la sua vita nello stesso modo di prima, solo che ogni tanto si concede qualche viaggio con la mente. Per Pirandello, infatti, l’immaginazione è una delle due vie di fuga dalle “trappole” della vita (famiglia e lavoro). In questo modo Belluca riesce a sostenere la famiglia senza dover soffocare i problemi derivanti dalla complessa situazione di vita, prendendosi delle pause in mondi immaginari.
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