Vi rendo partecipi di una scelta, la mia personale, di uscire dalla messa anzitempo in quanto in disaccordo su una tematica presentata verso il termine della funzione.
Preciso a priori che il mio è un pensiero personale, condivisibile o meno, giudicabile, criticabile ma pur sempre un mio pensiero che resta al momento in cui lo scrivo una presa di posizione che in futuro potrei cambiare, come nel tempo è avvenuto per altre, ma che per esperienza e per emozioni vissute non può che essere diversa…
Mettetevi comodi e pazienti perchè ci sarà da leggere e riflettere… quindi siete ancora in tempo per cambiare pagina… meglio qualcosa di meno impegnativo e più divertente!
Quando vado a messa lo faccio per il piacere di farlo, oltre che per ciò che credo, pur non essendo un fervente nè un buon praticante. Mi è stato insegnato un rispetto che mi impedisce di trasformare un rito come quello della funzione come un salotto in cui spettegolare o parlare/sparlare di quanto avvenuto nella settimana. E’ per me un momento importante e intimo sebbene condiviso con altre persone; momento di riflessione interiore che si unisce a migliaia di pensieri, desideri, disperazioni, miserie e nobiltà che si ritrovano in un unico posto, chi per piacere, chi per dovere, chi per speranza, chi per disperazione, chi per Fede, chi per un Amore ben diverso da quello che si scrive o si dice senza dargli il peso e il valore che merita….
Ieri sera, per la prima volta dopo anni, sono uscito prima che la messa finisse e non per mancanza di rispetto ma perchè ne ho troppo! Mi era difficile stare zitto e indifferente nel sorbire parole che ho trovato di parte, poco consone nel contesto della funzione, anche se poste verso la conclusione. Prima di scatenarmi mi soffermo nel dire che le stesse parole avrebbero dovuto essere dette al termine della messa, a funzione terminata e con un pò più di delicatezza e rispetto per chi di ciò di cui hanno parlato porta i segni indelebili nella propria pelle o prole…..
Detto questo ora mi spiego meglio….
“… fra poco avrete la possibilità di sentire le parole che presentano un progetto, una situazione che vede coinvolti…” ed io che penso dentro di me “la prefazione mi piace! Chissà di che si tratta! Nella maggior parte dei casi si tratta di situazioni in cui si chiedono soldi e interventi di vario genere e tipo. Partecipazione. Ecco si chiama partecipazione! Vediamo di che si tratta”… e mentre penso fra me e me questo vedo spuntare dai banchi una figura che si reca sul pulpito e inizia a parlare…
Mi bastano poche parole per essere stuzzicato alla reazione meno corretta e coerente… vorrei approfittarne di questo silenzio spezzato semplicemente da quelle parole spacciate per calde e amorevoli e invece fendenti freddi e taglienti per chi sa che sono parole in grado di risvegliare ricordi e dolori inconfessabili, invisibili ma tremendamente forti, tanto da far venire prurito fra le pieghe della carne… Una strana sensazione di disagio, mista a quel gusto di amaro in bocca mi pervade e come se mi mancasse l’aria mi avvicino spedito alla porta ed esco… esco per far ossigenare il cervello, per impedire che parole fendenti escano dalla mia bocca rispettosa con difficoltà frenata dalla testa intenta a trovare solo il fine buono di una iniziativa che, indubbiamente parte con i migliori intenti, ma che presentata male diventa un pugno chiuso sferrato all’altezza dello stomaco…
Si parla della raccolta firme per raggiungere la quota necessaria per poter presentare richiesta di tutela da parte degli enti preposti in Europa, degli embrioni umani, facendo si che questi vengano riconosciuti in tutto e per tutto come persona vivente.
Esaminata così non è una cattiva idea, anzi meriterebbe il plauso e lo ha fino a che non si cerca di demonizzare uno strumento come quello dell’aborto che ha visto le donne lottare per anni….
Se mi parlate di tutelare l’embrione posso anche essere concorde nella parte inerente la protezione della nuova vita, ma occorre essere rispettosi anche di chi ricorre all’aborto e lo fa in maniera corretta, seguendone la prassi e i vincoli nonchè le normative che regolamentano l’utilizzo di questa pratica.
Prima di parlare male dell’aborto, giusto per raccogliere facili consensi,occorre sapere tutto ciò che c’è dietro!
Non si può presentare una idea volta alla protezione e al rispetto della persona che verrò denigrando , offendendo, segnando, marchiando la vita che questo/i embrioni porta nel suo grembo!
RISPETTO sia per le idee di chi vuole proteggere le nuove vite, ma anche per chi sceglie di porre fine a situazioni di cui forse non si conosce bene la portata e allora si parla cercando di demonizzare gratuitamente e ignorandone la reale funzione.
Quante sono le ragazzine minorenni che ricorrono all’aborto? Quante le donne che hanno subito immani violenze? Quante le donne che hanno dovuto praticare l’aborto perchè a rischio la loro vita e quella dei nascituri? Quante le donne che hanno praticato l’aborto perchè la creatura che avevano in grembo non ce l’ha fatta? e quanti altri casi?
Non credo, non posso credere che una donna possa arrivare a infliggersi del dolore talmente forte come quello dell’aborto per leggerezza! Non insultiamoci, nè noi , nè le donne ne l’umana intelligenza vi prego!
Immaginate, fatelo anche con impegno, che magari una persona del vostro nucleo familiare a cui volete un bene dell’anima, sia un giorno oggetto di una violenza carnale. Non andiamo nel dettaglio dell’evento (che è già traumatico, minante e atroce così) ma dedichiamoci a ciò che ne è frutto.
Secondo voi una donna che ha subito violenza, ovvero un rapporto carnale non desiderato, non voluto, subendo situazioni davvero umilianti, può accettare serenamente di portare avanti quella gravidanza? Lo può fare serenamente secondo voi? Senza che gli ritorni in mente ciò che ha subito?
Per nove mesi le creature convivono con la testa, con i pensieri, le emozioni, desideri, speranze e pure le illusioni.. oltre quei nove mesi il frutto di un Amore, cresce e si forma… anche il frutto di una violenza può farlo ma sono l’umana sopportazione, un credo enorme, uno spirito di sacrificio elevatissimo che frenano i pensieri di quanto accaduto. Credo sia naturale per una mamma che mette al mondo il frutto di una violenza guardare con occhi, spirito e amore diverso i suoi figli.
Credete sia bello abortire? Pensare di doverlo fare? Vivere la cosa in prima persona? Fare una scelta che non è se scegliere un sette o un due da giocare in una partita a carte ma qualcosa che ti segnerà per sempre! Anche se la gente non lo vede non ha importanza perchè sarà quel segno , quella cicatrice che nessuno al mondo se non una persona che e come te ha vissuto questa esperienza, mai e poi mai saprà capire, giustificare e comprendere come te!
Allora, prima di demonizzare un qualcosa senza valutare anche la portata e le motivazioni non banali che portano a questo gesto, forse sarebbe il caso di pesare le parole da usare, pensare anche alle altre sensibilità, alle persone che come detto vivono vergonandosene tremendamente, il peso della loro scelta e della loro coscienza.
E’ giusto il concetto di voler difendere le nuove vite, è giusto tutelare e rispettare le vittime di abusi!
Non è che per tutelare il diritto alle nuove vite (alcune disgraziate), si deve calpestare i diritti di chi già ha subito un gesto atroce e disumano, perchè a sua volta vittima!
Certo un aborto non è come una operazione fatta per migliorare il proprio aspetto estetico, per aumentare il volume del seno o di altri ritocchini fatti anche qui solo per estetica vezzosa e non per l’estetica ricostruttiva a seguito di incidenti o ricostruttiva di situazioni tumorali e/o altro. Non si vedono i segni fisici forse perchè difficilmente alla portata di tutti… la coscienza non mostra le sue cicatrici nè riesce a nasconderle a pieno o ci aiuta a immaginare si possa fare finta di niente..
Non voglio con questa mia influenzare nessuno/a! Vorrei solo che ci si fermasse un pò a rifletterci su a queste cose. Apparentemente ci sono distanti dal quotidiano perchè non toccano il nostro nucleo familiare o ci risultano essere distanti dalla realtà ma non è così!
Abbiate il coraggio e la forza di guardare oltre, di informarvi e di parlare con chi queste cose le ha vissute sulla sua pelle e poi traetene le vostre conseguenze.
Sempre e comunque viva la vita come bene prezioso e unico, viva anche la vita di chi c’è già!
Ora scomunicatemi se volete, criticate o insultate ma almeno prima di farlo rifletteteci e prima ancora di arrivare a affrettate conclusioni provate a chiedervi seriamente e sinceramente: ” ma se fosse capitato a mia moglie, figlia o altra figura a noi cara, come avremmo deciso?
Meditateci un pò su anche voi….