indifferenza Era una inutile barriera ma ugualmente la rispolverava ogni giorno nella speranza che nessuno si accorgesse che in fondo non era come appariva ma semplicemente come per lei era più conveniente che fosse per gli altri….

Era se insieme agli abiti, ogni sera ripiegasse per bene e in ordine, brandelli del suo animo e volesse custodirli gelosamente sotto una spessa corazza. Voleva apparire come quelle fumose e nebbiose mattine d’autunno… Hai presente quelle in cui non riesci a capire se  stai viaggiando fra la nebbia o è reale foschia che non abbandonerai se non dopo molti chilometri o ore…

Appariva diversa da com’era e lo faceva di proposito… Troppe volte aveva visto la sua fiducia ridursi in brandelli sparsi in una stanza… Troppe volte aveva dovuto ricomporre quel puzzle ritrovandosi a pochi pezzi dalla conclusione e improvvisamente con tutto quanto nuovamente mischiato… Sebbene il disegno fosse ampiamente impresso nella sua mente non riusciva a completare quell’immagine…
Aveva così deciso di erigere a protezione una corazza che anzichè metterla al sicuro la sottoponeva ai continui e sibilanti commenti di chi superficialmente si accontentava di fermarsi alle apparenze e non aveva mai provato a andare oltre… ad attraversare quella coltre fitta fitta… a cercare di suggerire il prossimo pezzo del puzzle…
La quotidianità era divenuta una perenne stagione autunnale… in cui tutto muta di colore e dai vividi brillanti riflessi dell’estate si passa rapidamente ai toni più soffusi e freddi del gelido inverno… Riscaldare quell’animo pareva essere cosa impossibile… Da tempo in quel viso non fioriva più un sorriso e la tristezza aveva arato dei solchi così profondi che nemmeno più si provava a far crescere un pò di ottimismo perche è lo stesso rimaneva soffocato da tutto ciò che continuamente ricopriva i solchi rimestando di tanto in tanto anche le più aride zolle…
Non furono i lunghi viaggi, non furono le mille parole ascoltate e le altrettante non dette… non furono le occhiate incrociate o gli sguardi annegati… non vi fù nulla per molto tempo in grado di risvegliare quanto pareva essere attaccato dalla mordente ruggine… poi d’improvviso un sincero sorriso… non di quelli a cui era abituata per circostanza a rispondere più per cortesia che per reale volontà… non di quelli che sgorgano realmente dal cuore ma che affogano in quell’inutile dolore che ben pochi sanno comprendere e capire nonostante il loro fare e il loro dire…
Quel sincero sorriso nel freddo autunnale, fra il sorgere del Sole e il lento sbrinare.. Non c’era stata nessuna parola… non c’era stata alcuna azione o situazione tale da riuscire a nemmeno incrinare quella corazza cosi forte e inespugnabile…
D’improvviso da quel sorriso sgorga un flebile “grazie” e tutto riprende a circolare come mai nulla si fosse fermato… La corazza si frantuma in mille pezzi come in preda a un’esplosione e tutt’intorno pare prendere nuova vita… Ciò che dapprima era a fosche tinte grigie assume sfumature svariate e variopinte… e tutto sembra poter andare per il verso giusto, tutto riparte con nuova vita, con nuova lena… con speranza piena….
Ora ciò che appare è realmente e non è qualcosa di innalzato per difendere cuore e mente… e non servono ore di terapia, non servono i luminari o chicchessia… basta una semplicissima parola detta di reale cuore per tutto sbloccare e riuscire a far ripartire ciò che con il dolore s’era irrimediabilmente incrinato… Certo, come per il vasellame pregiato il segno è restato ma quel sorriso è rinato…. Un semplice “grazie”  è bastato…

 

Non fermatevi a giudicare affrettatamente le persone, fermatevi ad ascoltarle… provate a capirle e quando anche poco vi riescono a dare, con la gentilezza ripagate che ben più del denaro vale e il cuore sà riscaldare… A volte delle scuse sincere (e non di circostanza), dei “grazie” sentiti e non di convenienza sanno sanare anche quelle ferite che da tempo immemorabile hanno incrinato quel famoso vaso…. Di certo non lo riparano come un tempo ma possono evitare che rimangano solo i cocci dei quali poi non si sa cosa fare….

Colgo così l’occasione per chiedere “scusa” a chi anche involontariamente posso aver incrinato o segnato quel vaso… e dire “grazie” a chi, nonostante tutto e tutti, ha saputo e sa starmi vicino e volermi bene ugualmente… Un grazie davvero sincero perchè realmente queste persone se lo meritano e non sempre sono in grado di riconoscerlo e dirlo….


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