E’ come farsi volutamente del male… ogni volta che ci torno è sempre così… si riapre una ferita in verità mai chiusa… Ricordo ancora le facce tristi che non avevano bisogno di parole per dire ciò che era comprensibile quanto assurdo e totalmente ingiusto… Mi bastava osservare il tuo sguardo e la secchezza delle tue labbra che sposavano quella delle palpebre che avrebbero voluto rompere quella diga che da allora contiene tutto quel dolore e quella naturale rabbia che ci sta e che è comprensibile e condivisibile in cuor mio…
No! non avrebbero mai dovuto proferire quelle parole amare, cattive, senza senso e senza alcuna ragion di esistere… eppure… eppure sono state dette ed io le ho sentite, nella loro stupidità, nella loro totale freddezza e cattiveria…
Ne sono passati di anni…eppure no… non ci riesco a dimenticare tanta atrocità…è vero si tratta solo di parole… eppure sono state fendenti e tremende come ulteriore lacerazione di quanto già il dolore, per sua natura, compiva in quei momenti…
E’ vero, all’epoca non ho riversato fisiche e inutili lacrime di circostanza…continuo a versarne nella quotidianità… nel trovare la forza e il coraggio di portare avanti ogni giorno con impegno e rispetto quanto mi è stato insegnato… ed ogni volta che sono al tuo cospetto mi rendo conto di essere ancor più piccolo di quel che credo di essere…
Mi mancano le nostre partite a carte in cui si giocava e si scherzava a chi riusciva ad essere più baro, mi mancano quelle filastrocche che ancor oggi non riesco a ricordarmi a memoria e che tanto fanno male perchè così vere e così reali (nonostante sia passato così tatno tempo…) E mi mancano le nostre passeggiate verso i campi inseguendo l’orizzonte e il calar del Sole… Mi manca il vedere quel motorino mentre al ritorno a casa dalla visita per la colonia ti vedeva aspettare il nostro ritorno… Mi mancano terribilmente quei momenti trascorsi ad osservarti alle prese con la saggina e con le scope che creavi con quelle mani segnate dal tempo e dalla vita in campagna… Mi mancano quegli occhi piccoli, sempre più, che osservavo e in cui cercavo di capire cose che solo il tempo mi ha insegnato e lo ha fatto con quella spietatezza che nessun’altro uomo ha mai saputo spiegarmi nel proteggermi da quanto il tempo stesso ha saputo presentarmi… mi manchi terribilmente tu ed ora più che mai mi rendo conto che ciò che mi hai lasciato mi sta sfuggendo con il tempo di giorno in giorno… Osservo le sue mani e le mie.. si consumano con il tempo, lo stesso che ha consumato anche te… e più lo osservo e più mi rendo conto di quanto il tempo lo stia plasmando per essere ciò che la natura ha voluto che fosse ovvero il tuo erede… e quanto vorrei poter , vigliaccamente e impropriamente, essere capace di dominare quell’impavido tempo che in maniera cosi bastarda e insensibile ha lavorato nelle nostre vite modificandole così radicalmente….
mi manchi e so che leggendo queste mie righe mi sgrideresti e che saresti lì a darmi quei consigli preziosi che mi impedirebbero di sbagliare o che sarebbero in grado di dare una giustificazione o di rendere meno amari gli errori che commetto di giorno in giorno…
E osservo in silenzio quanto uno scatto è riuscito a immortalare e rendere così eterno in una foto per me così importante, che si mischia fra tante altre foto senza significato alcuno per molti… ma non per me… Ed ecco il perchè forse della mia passione per le foto… forse la ricerca di bloccare nel tempo ciò che la memoria , forse, non sarà in grado di conservare e di mantenere vivido e acceso…
Sposto il mio sguardo all’orizzonte e davanti a me cascine, terreni, vigne e pannocchie e poco più in là, al di fuori delle mura dei girasoli che sovrastano la collina alla ricerca di quel collegamento più vicino con il cielo, mentre in secondo piano c’è tutto un mondo ignaro di quanto avvenuto e in corso d’opera..
E’ amarezza, egoismo ciò che alberga nel mio cuore, nella mia mente, irrispettosa delle regole ben più grandi imposte a noi esseri insignificanti e di passaggio in questo pazzo pazzo Mondo…
E’ la speranza di tornare un giorno a trovarsi seduti allo stesso tavolo e a confrontarci a verificare i punti della nostra enn che sei con me ancheesima partita.. e accettare il conteggio dei cinque punti (e non non quattro) cosciente della “barata” e lieto di poterla ancora vivere… E’ quella fitta che di tanto in tanto solletica il cuore e che fa entrare come un affilato coltello un brivido talmente gelido da far sanguinare ancora quel ricordo di quei momenti in cui il rispetto di coloro che sono stati concepiti e messi al mondo è venuto meno con le loro insipide parole… E’ la coscienza del fatto che solo il tempo farà il suo corso e che, come si è comportato nei nostri riguardi, saprà rendere giustizia meglio di qualunque altra cosa…
Sono fortunato, più di quel che possa rendermi conto e forse anche un pò ingrato per quanto mi è stato offerto nel tempo e non sono stato in grado di apprezzare e vivere… e mi aggrappo ai ricordi, alle persone a cui voglio bene perchè sono l’unica certezza e l’unico motivo reale per cui lottare e trovare quel coraggio che sempre più è necessario per vivere serenamente e onestamente il tempo rimasto…
Mi soffermo a guardarmi alle spalle e mi rendo conto che molta strada è stata fatta anche per venire sin qui… molta ancora (si spera) ce ne resta da fare… e intanto cala la luce e il Sole inizia a dipingere di mille tinte il circondario e le ombre si fanno sempre più lunghe… E’ come se le note di un piano mi spingessero a ripartire… e tu che anche in questa occasione sei con me, che con un rispetto così profondo e con quell’amore che così sai dimostrarmi, sai nelle poche parole dette, stringermi il cuore e scaldarlo ed io che nel mio misero essere mortale vorrei lasciarmi andare in quelle maledette lacrime strozzate allora, mi richiudo in un silenzio che tanto vorrebbe urlare…
…ancora un minuto… un solo minuto… quel tanto che basta per prendere fiato a pieni polmoni e cacciare in gola ciò che tanto sarebbe inutile e fuori luogo dire…
Osservo quelle braccia spalancate mentre mi volto e mi rivolgo al cancello in uscita…. Sto per ripartire.. per risalire in macchina e rimettermi in viaggio… Lo farò come sempre, come ogni volta che ritorno qui, con molta lentezza e con rispettosa calma… quasi a non voler tornare… cosciente però che è inutile restare ancora…
So che sei con me, con noi, come avresti voluto essere e non ti è stato permesso di fare…
Questo mi basta per “ricaricare le batterie” e tornare sereno e più leggero al quotidiano arrabattarsi nel vivere…
Ti volto, vi volto le spalle, e lo faccio con la speranza di potervi ritrovare ancora la prossima volta e di poterlo fare con la stessa sorpresa che ogni volta mi porta qui.
E ringrazio il cielo e le persone che hanno saputo volermi bene e che tutt’ora me ne vogliono, nonostante me e nonostante tutto e tutti… e spero che lo stesso cielo sia così magnanimo da lasciarle ancora a lungo al mio fianco perchè, anche se non glielo dico tutti i giorni, sono per me così importanti che davvero non saprei come fare senza di loro…
Inserisco la chiave nel cruscotto e lentamente la giro… si riparte… destinazione casa…
Chissà… forse un giorno anche io farò ritorno alle origini..