…salutavo così Livio Forma quando ci si incontrava per le vie di Aosta, essendo lui un abitante della città. Lo facevo da quando ho avuto l’onore di conoscerlo e intervistarlo oltre che averlo come compagno di viaggio per le tre edizioni del “giro ciclistico della Valle d’Aosta”, di cui era un profondo estimatore. Sempre modesto è un gran Signore, nonostante il suo carnet lavorativo lo ha visto essere la voce storica della Rai per tutto il calcio minuto per minuto, quando ancora le partite si sognavano e immaginavano nei pic nic all’aperto e ci si affidava alla maestria e la sapienza di descrivere le azioni di campo con maestria e sagacia (altro che moviola, Sky, simulazioni in 3D….)

Livio Forma nella vita era un uomo semplice, riservato, non amante del clamore, molto posato e educato sia nel suo mestiere che nella vita di tutti i giorni. Amava confondersi fra la gente senza farsi riconoscere o vantarsi di quanto fatto sebbene davanti a un fans o un conoscente non si negasse mai ma proprio mai anche per lo scambio veloce di due semplici parole.

Un paio di settimane fa era andato per un controllo al nosocomio di Aosta quando, ospite da me in radio il sabato mattina, un affermato fotografo a pochi secondi dalla diretta lo chiamava per sincerarsi della sua salute in quanto non si era sentito tanto bene…. È stata quella l’ultima occasione in cui privatamente e poi poco dopo a microfoni aperti ho potuto dire “ciao Livio” proprio come quando ci incontravamo per le strade di una città, come quella di Aosta ho lui amava e che dovrebbe trovare il modo di essere riconoscente a un personaggio di tale portata scomparso proprio seguendo il suo stile di vita… Senza cercare clamori o “disturbare” nessuno e a causa di un male che giorno dopo giorno ne ha segnato la vita.

Questa volta la radiocronaca (la vita) finisce per problemi di collegamento con questo pazzo pazzo mondo terreno per proseguire in un altro campo (il cielo) in cui sarai chiamato magari a commentare la partita ipotetica fra angeli e poveri diavoli (come in Peppone e Don Camillo)….

Porto quindi con me ,nel ricordo, nel cuore, nella test e nelle foto e nei giorni vissuti insieme il ricordo di questo Grande Uomo che amavo per la sua semplicità e dal quale tanto avrei voluto imparare perché davvero modello di giornalismo e di semplicità.

Lo saluto ancora, come quando ci si incrociava per le strade di una città come quella di Aosta e ci si scambiava amabilmente e rispettosamente reciprocamente un sincero sorriso di rispetto e stima. È con sincera emozione quindi che dico ancora una volta, questa volta tristemente…

Ciao Livio….ciao! 🙁


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