anti-stress-in-pilloleMi avventuro in un discorso serio e decisamente complicato (quindi mi scuso di eventuali errori e/o qual si voglia contrasto) [e alla fine, nel caso, come da immagine qui a lato…]…

In rete sto scoprendo che tutti, più o meno dichiaratamente, stanno riscoprendo l’egoismo…

Molte persone dicono “più mi dedico agli altri e più scopro che è necessario che mi dedichi a me stesso/a..” o varianti similari…

Allora partiamo con ordine… Intanto Wikipedia al termine “ego” dice :

Esso organizza e gestisce gli stimoli ambientali, le relazioni oggettuali ed è il principale mediatore della consapevolezza. Si può immaginare l’Io come il gestore centrale di tutte le attività psichiche, che rivolge verso sé stesso e verso l’ambiente esterno generando, appunto, la consapevolezza propria e della realtà.

 

…e sin qui le idee sembrano abbastanza chiare, specie per la radice che forma la parola egoismo… ed è proprio analizzando quest’ultima che possiamo per taluni versi trovarci anche in difficoltà interpretativa….

Sempre da Wikipedia, questa volta, andiamo alla ricerca del termine “egoismo” e otteniamo (come estratto e significato)…:

Per egoismo si intende un insieme di atteggiamenti e comportamenti finalizzati unicamente, o in maniera molto spiccata, al conseguimento dell’interesse del soggetto che ne è autore, il quale persegue i suoi fini anche a costo di danneggiare, o comunque limitare, gli interessi del prossimo (questa è già un’accezione peggiorativa dell’egoismo). La radice del termine è la parola latina ego, che significa io. Il comportamento opposto all’egoismo è l’altruismo.

Ora arriva il difficile….

Da bambini, nel periodo in cui si forma il nostro proprio “io” siamo portati naturalmente ad essere egoisti…. Si pensi a quanto ci leghiamo già dalla culla a oggetti o cose a cui teniamo particolarmente… e ancor prima.. Non si sanno ancora formulare le prime parole che per farci capire emettiamo dei suoni di vario tipo e stabiliamo una forma di contatto facendo capire principalmente con il pianto le nostre esigenze (si pensi al desiderio del mangiare o alla necessità di essere cambiati, o a quando si sta male per colichine o l’arrivo dei primi dentini o altro….) E’ con il pianto che si attira l’attenzione e lo si fa in forma involontaria ed egoista (in quanto non c’è rispetto di regole o tempi… sia giorno o notte quando si presenta la necessità la si manifesta…)

Si cresce, ci si lega a ricordi, luoghi, esperienze, immagini, e tutto mano a mano forma il nostro bagaglio culturale, di vita, professionale, nozionistico emozionale… e nel frattempo si modificano le principali forme primordiali del nostro manifestare il desiderio di soddisfare le nostre esigenze che mano a mano vengono condizionate da sempre più crescenti regole e condizioni specifiche….

Quante volte si tende a dire “adesso sei grande e queste cose non devi più farle… vedi tizio o caio comportarsi così per caso?” Ed ecco che quindi si tende a “soffocare” le proprie esigenze per sempre più conformarsi al mondo delle regole e dei suoi dettami più o meno chiaramente accettati/tollerati/dichiarati seppur non realmente imposti…

Faccio ulteriori esempi… Se a un bambino/a picccolo/a si vede mettere le dita nel naso, per quanto la cosa possa dare fastidio, si è portati a tollerare…. mentre se questa cosa viene fatta da una persona adulta la cosa viene meno giustificata e/o accettata…
Se può far tenerezza la visione di un bambino/a piccola in modalità “nature” la stessa cosa non si può dire nelle diverse fasi della vita… Si pensi infatti agli effetti che si hanno nelle diverse fasi della crescita e vecchiaia e al tipo di reazioni a cui siamo portati ad avere nelle diverse visioni…

Se nell’età reputata dell’innocenza si osservano taluni comportamenti e si accettano o giustificano, mano a mano che si cresce si tende sempre più a limitarli e/o a addirittura a  condannarli (questo per convenzioni derivate da mille fattori che possono essere di tipo etico, convenzionali, religiosi, di società, educativi e/o di convivenza con gli altri…)

Tornano a Wikipedia, sempre sulla parola egoismo, troviamo anche un estratto mirato e dedicato all’egoismo psicologico in cui si dice:

L’egoismo psicologico è la concezione per cui gli esseri umani sono sempre motivati dai propri interessi legittimi ovvero dalla convenienza, anche in azioni che sembrano mostrarsi come atti di altruismo. Afferma che, quando le persone decidono di aiutare gli altri, alla fine lo fanno semplicemente per ricavarne dei benefici personali, che gli individui stessi si aspettano di ottenere, direttamente o indirettamente, dal fare ciò. Ad esempio secondo alcuni psicologi e sociologi non esiste un altruismo totalmente disinteressato e gratuito, in quanto un beneficio (non materiale) del donatore potrebbe sempre essere individuato: si pensi alla gratificazione, alla cessazione da empatia, all’autorealizzazione e all’appagamento del senso di giustizia. Tuttavia, questa visione è strettamente legata ad altre forme di egoismo, come l’egoismo etico o l’egoismo razionale. È una visione non convenzionale, giacché si pone solo delle questioni su come le cose appaiono, e non come dovrebbero essere.

 

Si potrebbe quindi dire che il rientrare nel convenzionale, nell’accettare quelle regole imposte dai diversi tipi di società e di educazione in cui siamo, e/o ci troviamo, ci portano ad adattarci e a accettare (o meno) forme comportamentali e/o di stili di vita a seconda si ritengano gli stessi più o meno consoni in base al contesto in cui si vive o si sceglie di rientrare per volontà personale…

Ecco dunque che nasce la necessità di sopravvivere e di distinguersi dalla “massa” cerando si di conformarsi ma altresì di differirci per particolarità comportamentali, di scelte più o meno razionali, di piccoli/grandi particolari che ci contraddistinguono come la tavola genetica rispetto ad altri esseri a noi similari ma (giustamente e per fortuna) non uguali…

Da qui, sia nel privato che nel corso della vita pubblica, si tende a scegliere quali siano le cose, i sentimenti, i comportamenti, le tematiche (ecc ecc…) che si ritiene opportuno (sempre in base a una propria coscienza formativa, emozionale e/o temporale) condividere o meno con le altre persone..

Si pensi per esempio a quando sentiamo la necessità di manifestare i disagi… Lo star male, le richieste di affetto, di stima, di riconoscimenti, di vicinanza, di aggregazione, di condivisione, di confronto con altri nostri similari…al fine di colmare quei vuoti, quei gap conoscitivi e/o confrontare percorsi similari ma non uguali che creano affinità o disaccordo fin anche totale contrasto fra le persone, le loro personali modalità di interpretare la medesima identica situazione e coglierne differenti aspetti, emozioni e/o reazioni più o meno immediate…

Ora, fermiamoci a esaminare in pochissimi istanti, a quanti canoni di vita comune siamo chiamati nel quotidiano a dover rispettare per coesistere per non venire additati come diversi/e…

Abbiamo esempi facilissimi… Pensate se ci si dovesse vestire come degli scozzesi, o dei masai per andare a lavoro… se da adulti ci si rapportasse a persone coetanee con un linguaggio da adolescenti o viceversa se da adolescenti ci si rapporta con simili con dei dialoghi forbiti e terminologie da adulti…
Non ditemi, che siate donne/ragazze o uomini/ragazzi, che non si dà importanza all’aspetto e alla cura del proprio corpo e ci si preoccupa (forse a volte anche troppo tralasciando aspetti ben più importanti…) del look, del come ci possono guardare e giudicare gli altri in base a come ci si veste o ci si pone…
Immaginatevi per esempio andare in locali chic o in discoteca con abiti da palestra e viceversa… provate a guardare le reazioni di chi può imbattersi in un bacio etero o saffico (che tratto da Wikipedia spiega così: “Nel linguaggio corrente moderno saffico sta anche per lesbico; per bacio saffico, ad esempio, s’intende un bacio tra due donne.”) o gay… Mentre vi sono persone in grado di comprendere e non farci caso, altre giudicano e si scandalizzano e/o peggio ancora tendono a discriminare o emarginare….

Si pensi anche alle abitudini di vita, alimentari, comportamentali e religiose…

In India guai a toccare una mucca (animale ritenuto sacro…), di certo difficilmente comprensibile per un americano frequentatore di catene di fast food… (per esempio…come difficile comprendere il contrario…)

Si potrebbe proseguire per ore facendo esempi di questo tipo…

Si guardi per esempio nei centri commerciali le nette divisioni che vengono fatte seguendo i dettami delle varie mode che nel tempo si susseguono arrivando a condizionare i comportamenti e le esigenze delle persone… canoni a cui ci si deve assoggettare per non essere fuori della cerchia di persone che rientrano appunto nei canoni imposti di bellezza, forma fisica, di eleganza, di ceto che talvolta portano addirittura a snaturare le persone nel loro reale essere pur di far parte d quella o questa cerchia…

Ecco che, concludendo questa filippica che come detto potrebbe tranquillamente proseguire per ore…., si sta in, in questo ultimo periodo, riscoprendo un certo sano egoismo e un certo giustificabile bisogno esistenziale di dissociarsi dalla massa… di uscire dai canoni e non per protesta ma per spirito di sopravvivenza e di mantenimento della propria personalità e del proprio essere rifiutando così di uniformarsi in codici più o meno etici, più o meno dichiarati ma ampiamente condivisi…

Ecco che la moda si accorge così delle modelle “in carne”, che si scoprono o rivalutano, quelle forme di comportamento, di sentimenti, che in qualche modo strizzano l’occhio al passato quasi a voler ritornare di moda e non perchè si viva in un’epoca in cui le varie crisi (economiche, di principi, di personalità) avanzano…ma semplicemente perchè è più facile rifarsi a quanto già vissuto o parzialmente archiviato…

Ma vi immaginate donne se una vostra collega arrivasse a lavoro con un abito stile ottocento (ampio, gonnelloni, parrucca ecc… ecc..) che razza di giudizi si avrebbero su di lei? Quasi gli stessi se la stessa persona che magari siete abituate a vedere rinchiusa in abiti severi e/ o di etichetta comparisse al vostro aspetto in una minigonna stretta, colori sgargianti e magari tatuaggi esposti, piercing, e capelli multicolor…
In entrambe i casi si tratterebbe della stessa persona ma ciò che cambierebbe ai nostri occhi sarebbe la percezione che noi abbiamo, a causa dei canoni come detto in precedenza, che la società e la nostra educazione e il nostro stile di vita, ci impongono quotidianamente…

Immaginate ora una persona abituata a parlare in maniera forbita, posata e con un certo linguaggio e con la nomea di trattare esclusivamente di tematiche elevate se questa all’improvviso iniziasse a parlare apertamente e senza farsi problemi lessicali di sessualità senza alcun tipo di filtro e/o di vergogna… e poi ribaltate la situazione…

Scoprireste che mentre nel primo caso rimarreste a bocca aperta e affascinati/e o quantomeno incuriositi/e, più facilmente scandalizzati/e ingiustamente per altro, nel secondo (ovvero una classica persona con tipico linguaggio da scaricatore di porto che si ponesse a voi all’improvviso con linguaggio tipo enciclopedia Treccani…) rimarreste basiti/e e forse più gradevolmente stupiti/e….

…ecco dunque che come promesso mi accingo a chiudere…

Noto che in diverse persone sta nascendo o ribollendo il desiderio di uscire dai classici canoni imposti e si risvegli quel desiderio giustamente egoistico di pensare un pò più a se stessi/e e un pò meno alle altre persone (senza per questo isolarsi…) ma anche con il parallelo desiderio di esternare, confrontarsi e di uscire allo scoperto anche con quelle tematiche talvolta scomode o di cui è difficile parlare senza rientrare nei classici canoni imposti…

Forse dobbiamo davvero tornare a essere un pò più egoisti verso di noi stessi/e… più per sopravvivere senza eccedere nell’esserlo ma sapendoci concedere il giusto tempo e attenzioni, dalle più semplici alle più intimamente complicate….

…in fondo un “sano” egoismo forse è meno peggio di un “insano” e falso altruismo di circostanza e di apparenza…

Non mi dilungo oltre ma mi riprometto con questo post (credo abbastanza introduttivo ed esaustivo) di poter poi in futuro proporre quanto rientra in questo ampio discorso non solo grazie a vostre segnalazioni, ma anche con estratti di quanto sin qui incontrato…

Nel frattempo, meditiamoci, lasciamo il tema fermentare il giusto e se vi vengono commenti in merito, senza problema alcuno, proviamo a parlarne apertamente per confrontarci senza vergogna alcuna…

….buona, serena e bella vita a tutti/e…. e a presto!

 

 

Di fm-web

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