Li chiamavano “la compagnia a tavoletta”….Si trattava di un gruppo di ragazzini e ragazzi o giovani uomini, che amavano trascorrere delle ore insieme compiendo evoluzioni con i loro skates… Fra di loro ragazzi di diversa età e di diverso ceto sociale…dal figlio del disoccupato, a quello del dirigente in Questura, dal tredicenne al maggiorenne….
Punto comune, la passione per una tavola in legno poggiata su quattro ruote minute su cuscinetti a aspera con cui esercitarsi e sfidarsi in evoluzioni ed esercizi sempre più impegnativi, quanto pericolosi…
Per evitare assembramenti di ragazzi, cercare di evitare incidenti, o forse semplicemente al fine di tutelarsi in caso di incidente pesante,l’Amministrazione locale ha pensato bene di far mettere nei principali punti situ lungo il perimetro della piazza, ampi cartelli di divieto.
Non si può attraversare la piazza a bordo di una moto, di uno scooter ma nemmeno di una bicicletta…
Facevano prima a scrivere “divieto di vita” perché lì nella zona non si può nè deve fare rumore alcuni essendoci il Palazzo del potere (o pseudo tale…)
I ragazzi, forti del non avere una zona per le loro evoluzioni, aumentavano di giorno in giorno, di settimana in settimana…
Per loro era una gioiosa occupazione di un suolo che sentivano loro, adatto per le loro evoluzioni, per i loro esercizi, per le loro prove e ore di estenuanti esercizi..
Dapprima la gente si scocciava nell’osservarli… poi, abituata, si fermava a guardarli, a cercare di capire il perchè del pacifico “resistere” alle diverse chiamate ai vigili urbani, alla polizia e ai carabinieri perche questi cercassero di far rispettare quanto apposto su quei magri cartelli posti ai bordi della piazza al fine di comunicare i vari divieti…
Uno di loro, compiendo un esercizi complesso, è caduto male, sbattendo la testa per terra… alcune gocce di sangue hanno “macchiato” quella piazza da tutti conosciuta come la piazza del “palazzo del potere”… Per forza ha lasciato il segno. Ha insistito in una battaglia silenziosa, fatta del suono delle ruote del suo skate che percorrevano proprio quella piazza, delle urla di felicità nel riuscire a realizzare la figura desiderata o la delusione nel non esserci riuscito…
Adesso, con la mano sulla nuca e accompagnato da suoi compagni di avventura, cerca supporto e aiuto dai negozianti e bar della zona… quel semplice straccio imbevuto di acqua fredda che possa lenire il dolore….mentre timide gocce rimangono nella piazza “macchiata” dall’incuranza e dall’indifferenza di chi, nei piani appena sopra, sa della loro esistenza… Di chi dal terrazzo, nel prendere una boccata d’aria pulita, esce dalle mille e mille parole che nel salone dei Consiglio compongono quelle decisioni che vedono i valdostani osservare i loro eletti, i loro rappresentanti… Osservano mentre parlano al telefono di strategie politiche, con la famiglia per capire i tempi delle discussioni, affrontano telefonate private e con gli occhi ritornano bambini nel guardare ragazzi che appena sotto compiono strane evoluzioni che inevitabilmente li riportano per alcuni istanti alla loro giovinezza…
Stupisce guardare questi ragazzi…ammirati dalle coetanee e giudicati da chi ha nascosto più profondamente nel suo animo quel ricordo del fanciullo di un tempo…
Stupisce notare che nel 2015 ragazzi stiano distanti per alcune ore dalle varie forme di svago e gioco elettronico, fossilizzati e rapiti dal virtuale e compiano evoluzioni nel mondo reale….
Stupisce l’indifferenza totale di chi fa finta che non ci siano e non li aiuta o facilita in nulla in quanto questi ragazzi sfidano incoscienti, non solo la loro sicurezza personale nel correre senza protezioni quali un casco per la testa o delle ginocchiere, ma anche quei divieti che dovrebbero rendere muta e vuota quella piazza…
Io mi auguro che prima che sia troppo tardi vi sia qualche animo attento alle loro esigenze, che vi sia qualche esercente che, seppur il periodo di crisi, investa su di loro magari fornendo delle protezioni adeguate, che i cittadini, per quanto giustamente infastiditi, riescano a tollerare e risvegliare quel dormiente fanciullo che è in loro e che sappiano dar voce a questi ragazzi che nulla chiedono se non di poter avere un luogo in cui poter compiere in serenità e felicemente le loro evoluzioni…
Ricordano, per chi ha una certa età, “i ragazzi della via Pal” (per chi non sa chi siano basta andare in biblioteca e leggersi un buon libro….)
Sono quasi certo che questi ragazzi saprebbero rendere più “vivo” e felice quell’angolo di città noto per ben altre vicende e magari avvicinare anche chi, appena sopra le loro teste, si trova a decidere e nello stesso tempo a “evadere” nel guardarli dal loro punto di vista privilegiato…
Sono immagini e speranze di chi passando fra di loro anonimamente osserva, rileva e spera…. prima che diventi troppo tardi e poi si dica “se ci avessimo pensato per tempo… se fossimo stati più attenti… se avessimo provato a dare loro ascolto…”
Certo non sono periodi facili, però con i se e con i ma non si va da nessuna parte e si rischia solo di riversare, tardivamente e colpevolmente, lacrime che poco servono…poi…
….buona vita e buona giornata a tutte/i…