Je suis Charlie

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Ore 11.30 circa… Un atto vile e assurdo toglie la vita a 12 persone… 10 giornalisti, 2 poliziotti… alla cifra delle vittime occorre aggiungere 8 altri corpi colpiti per punire il diritto di satira.. 4 di quelle 8 persone sono in grave pericolo di vita…
Un Paese, la Francia, innalza il suo livello di allarme ma è tardivo perchè quei corpi non torneranno indietro… Non si poteva prevenire un atto del genere (apparentemente commesso da 3 persone di cui due armate di fucili da guerra), ma occorreva immaginare che prima o poi sarebbe accaduto.
Gli uomini armati uccidono a sangue freddo un poliziotto e poi gridano “Abbiamo uccido Charlie Hebdo”… hanno appena compiuto la loro strage e si apprestano a fuggire con la loro auto che abbandoneranno di li a poco…
E’ caccia all’uomo e la libertà di parola e di espressione si fa sentire… Dai social si scatenano una selva di messaggi di solidarietà mano a mano che le notizie si fanno più definite e particolareggiate… I vignettisti e i giornali online di tutto il globo si schierano contro questo vile attentato e coloro che volevano creare dei martiri, e che fuggono dal mondo intero, devono preoccuparsi di salvare la loro ghirba mentre il Mondo intero mostra lo sdegno che hanno causato…
Anche io, pur non avendo assoluta simpatia per i francesi, mi sento Charlie. Anche io tendo a fare satira, a far sorridere, a cercare di far riflettere e di andare oltre ai canonici sistemi di comunicazione e di dialogo… Colpire in maniera così vile, in maniera così feroce non può che scatenare una reazione globale che sia in grado di dimostrare che l’unità di tanti piccoli numeri uno è sicuramente più grande della immane cattiveria di coloro che credono di essere gli unici numeri uno!

Anche io sono, con infinita modestia e con rispettoso dolore, Charlie.

Non che questo serva a molto, perchè le vittime non torneranno indietro, ma per ricordare che oggi, 7 gennaio 2015, è stata scritta con il sangue, una pagina indegna della nostra storia.

 

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