The_sad_Clown_by_foolKatan…è lì che ti aspetta… sai che dovrai indossarla perchè  dimostrarsi sensibili, avere un cuore, avere dei sentimenti non è giustificabile in una società, la nostra, in cui il consumismo si è impadronito  non solo dei nostri desideri…

Ti ritrovi così davanti allo specchio con tutto il necessario per comporre il trucco…

Le prime volte ci mettevi tanto e non ti riusciva mai bene come avrebbe dovuto… qualche cosa traspariva, qualche cosa filtrava e te ne accorgevi solo quando la giornata era finita e lontane risate o battute deridevano il tuo lato sensibile perchè lato debole e fragilità non nascosta come avresti dovuto fare prima di uscire in pubblico…

Adesso i movimenti sono quasi automatici. La mano riconosce i lineamenti quasi a memoria a forza di tracciare quei bordi neri di contorno, dopo aver imbiancato la zona degli occhi e aver arrossito a dovere le labbra…

Lasci il resto del viso al colore naturale, rimarchi i contorni con il nero e poi indossi la parrucca e il nasone… un’ultima ritoccata cercando conferma dallo specchio che “bastardamente” a te mostra quell’anima sotto al trucco che tradisce l’immagine che si vede riflessa dalla lastra riflettente…

Talvolta sei talmente carico che non ti pesa per nulla nè la fase del trucco, nè quella dello spettacolo, tanto che anche senza che sia richiesto sei disponibile a fabbricare dei bis improvvisati, ed altre fai fatica a raggiungere la fine dello spettacolo con il rischio di rovinare il trucco…

A volte basta incrociare uno sguardo nel pubblico, a volte cogliere una immagine dalla memoria, a volte semplicemente pensare a ciò che si è visto nel completo anonimato, quando, mischiato fra la gente, ti soffermi a osservare a “ladrare” momenti, piccoli particolari che per gli altri sono quotidianità o passano nell’indifferenza generale…

A stento in quei momenti ti ricordi che sei chiamato a far ridere, a strappare un sorriso, a inventare qualcosa anche di improvvisato pur di raggiungere il tuo scopo… una sana e grassa risata, anche a discapito di ciò che pensi, che provi, che vivi, che ti incide lentamente come un bisturi nella carne, ma di nascosto da occhi indiscreti…

Eppure prosegui perchè non puoi permetterti di fare diversamente… e lo sai tu e in qualche modo anche il pubblico lo percepisce ma da te aspetta uno spettacolo a cui non puoi venire meno…

Allora a questo punto ci tengo a precisarlo (laddove fosse necessario e non fosse chiaro a qualche persona…) Per lavoro sono chiamato a indossare la maschera, il trucco da clown, ma finito lo spettacolo, fuori dalla attività lavorativa, il trucco si toglie, si scioglie  e svela la mia persona (nel bene e nel male, che piaccia o meno…)

Se durante lo spettacolo sono chiamato a far sorridere e ridere le persone, a renderle spensierate e/o essere leggero, io come persona, libero dal trucco di scena, fuori dal palco, fuori dal cono di illuminazione non posso che essere me stesso…

Se delle lacrime scendono sul trucco prima che questo venga levato e lavato dal mio viso, se questo avviene nel silenzio o nel brusio di un camerino, sull’uscio di una porta… questo voi non siete chiamati a saperlo o scoprirlo, se non autorizzati a entrare nel retro della scena o invitati nel camerino…

Qualora questo avvenga, invece di giudicare affrettatamente la persona che prima vi faceva ridere o vi dava spensieratezza, provate a comprendere che porta con sè dei sentimenti, vive delle emozioni e talvolta queste traspaiono oltre il trucco e se anche voi riuscite a vedere, come mentre mi trucco, oltre all’immagine che io vedo riflessa nello specchio e voi vedete in scena… allora vuol dire che sono andato ben oltre il mio compito e sono riuscito a trasmettervi qualcosa di ancor più importante che quel sorriso che vi ho strappato…

Se non ci sono riuscito… vi lascio comunque con quel sorriso per cui siete entrati nel salone e se nemmeno sono riuscito a far quello… allora fate bene a lamentarvi… Il clown non è riuscito nel suo numero, come talvolta può capitare a qualunque artista…

Il fatto è che io non sono un artista e quindi mi dispiace, qualora la risata non sia nata dal vostro viso… io comunque ci ho provato….

Fra il ruolo del clown e quello di persona comune, preferisco di gran lunga quello della persona comune (di cui non ho nulla di cui vergognarmi…) perchè il clown, anche se solitamente si chiama impropriamente “pagliaccio”, è un vero e proprio artista ed io non mi ci riconosco e artista non sono e non sarò mai…. perchè cosciente che fino all’ultimo avrò da imparare da chi più di me ben sa….

Io sono così, nel bene e nel male…. chi mi segue questo lo sa… per gli altri mi dispiace non rispettare i loro canoni o i loro desideri….

Con questo… buona vita a tutte e tutti…

AH!….e per coloro che si metteranno ben comodi fra poltrone e panchine, dopo gli equilibristi, mi vedrete uscire con la mia bella maschera di clown per cercare di farvi ridere a crepapelle… però domani… oggi  non è in programma alcuno spettacolo….

Di fm-web

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