Ieri a ricordare, oggi tutti/e a fare i bigotti e coloro che si dimenticano dello scalpore che dovrebbero fare notizie come quelle del Nepal sconvolto dal terremoto, dalle violenze quotidiane, degli sbarchi clandestini (che comunque non sono terminati , come nemmeno i morti per giungere in Italia), ma tutti/e pronti a giudicare e commentare l’abbigliamento, la mise o il comportamento di qualcuno/a che non rispecchia il nostro stile di vita o i nostri canoni…. Che strano Paese il nostro… Tutti uniti sotto la stessa bandiera durante i lutti nazionali, le partite di calcio mondiali, le feste che permettono ponti e di ricordarci di ciò che dovrebbe essere quotidiana abitudine e non relegata a una singola data sul calendario…. Dovrebbe essere così specie per noi che ci definiamo un Paese civile…
Come possiamo definirci tali quando discriminiamo addirittura chi ha usi e costumi diversi o gusti diversi (senza nuocere personalmente o direttamente a noi) quando poi facciamo i buonisti davanti a delle tragedie che ci sconvolgono a scadenza come la data sugli yogurt…. Ci ricordiamo di mandare il messaggino per pulirci la coscienza, di dare la monetina al disgraziato/a di turno che chiede l’elemosina… poi non diamo una mano alle persone che più ci stanno vicine addirittura nel nostro stesso nucleo familiare, come se fossero dei perfetti estranei, ci dimentichiamo di chiedere a un amico/a che da tempo non sentiamo “Hei, come stai?” (io per primo lo ammetto), preferiamo stare zitti/e piuttosto che parlare con una persona e poi parliamo però di dialogo con i popoli quando ci chiudiamo in silenzi imbarazzanti che riguardano la nostra persona o ciò che pensiamo che rimane confinato in perimetri stabiliti da una società che si impone per ammetterti al suo interno e non lasciarti al margine della società , del nucleo di amici/che, di conoscenze, della famiglia stessa.
Siamo così, anche se non siamo disposti ad ammetterlo e spesso ancor meno disposti a voler fare qualcosa per migliorare questo aspetto…
Dovremmo provare a parlare un po’ di più fra di noi, provare ad aprirci, farlo prima che sia troppo tardi perché le parole, come i fiori, si devono dare/fare alle persone vive ed è poi inutile ricordarle in giorni prestabiliti o farle quando è ormai troppo tardi e non siamo in grado di apprezzarle o di sentirne il profumo e capirne il significato, come i fiori destinati a seccarsi solitari, fra tanti altri pensieri solitari in un cimitero di ricordi e di parole e di pensieri non detti e/o espressi…
Valorizziamo di più anche quei lati nascosti, per necessità o per vergogna, o per semplice timore di essere giudicati da persone superficiali che non sanno andare oltre alle apparenze ma che amano distruggere le persone per quello che vedono e non riescono a scoprire per quello che realmente sono.
Lo dico io per primo perché sto facendo in primo luogo dell’autocritica e mi chiedo se nel leggerlo vi siano persone disposte a riconoscersi anche solo parzialmente in quanto espresso, e magari disposte a aprire un dialogo, pur di aprirsi e parlare e confrontarsi anche uscendo dalla superficialità , anche volendoci rimanere (perché la vita non è solo seria quindi si può sorridere, si deve sorridere ma a volte occorre anche andare oltre al sorriso)….
Insomma, per chi vuole provare a parlare, eccomi ci sono….
Magari ci metterò un po’, ma proverò a risponderci ed esserci.
E adesso…buona domenica a tutti/e e buona vita!