Alfredino Rampi aveva sei anni quando nel tardo pomeriggio dell’10 giugno 1981 cadde in un pozzo artesiano a Vermicino, nei pressi di Frascati, mentre rientrava a casa correndo. Quel pozzo del diametro di trenta centimetri, sciaguratamente mal coperto per responsabilità che rimarranno oscure, costituirà la tomba per il piccolo Alfredo che morirà all’alba del 13 giugno. Le ore che seguirono l’incidente, tante, troppe, furono concitate e terribili; l’operazione di recupero del bambino si dimostrò quasi subito ardua, ostacolata dal fango all’interno del pozzo che lo faceva scivolare sempre più in fondo ogniqualvolta si tentasse di scavare, dal terreno in molti punti roccioso e duro da penetrare e da una confusione generale che certo non poté giovare all’organizzazione frenetica dei soccorsi.L’Italia intera seguì la vicenda con una partecipazione fuori dall’ordinario, e quello che sulle prime era sembrato un brutto fatto di nera che non sarebbe andato oltre la cronaca locale, rimbalzò presto da un media all’altro finché deflagrò con violenza nelle case di tutto il paese accompagnato da una diretta televisiva ininterrotta di diciotto ore, la più lunga che si fosse mai vista fino ad allora.Ben presto la drammaticità della situazione venne deformata aggiungendo del grottesco a quel senso di tragedia; il silenzio e la discrezione, figli del rispetto e obbligatori in tali circostanze, furono travolti dai chioschi di bibite e panini che arrivarono di corsa sul posto, e nemmeno l’accorata presenza per sedici ore dell’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini, uno dei pochi ed ultimi politici capaci di trasmettere il senso dello Stato, riuscì ad evitare che una vergognosa aura baracconesca prendesse il sopravvento sul dolore.
Sandro Pertini
I miei ricordi personali della vicenda sono pochi ma nitidi… Ero un bambino e mi ricorderò sempre che mia mamma stava preparando la giardiniera (un antipasto con le verdure del nostro giardino) e mi ricordo che lavorando tutta la notte seguì con molta apprensione tutta la lunga diretta. Ricordo nitidamente che anche a me fu permesso di dormire sul divano in cucina, un pò per tenerle forse compagnia, un pò per permettermi, (forse) questo momento in ui si stava scrivendo una dolorosa, lunga e inutile (ai fini del salvataggio), pagina di storia… Una storia che aimè non ci ha insegnato molto se non l’indifferenza e l’insensibilità di chi oggi accoglie nelle proprie case notizie di uccisioni, di morti quotidiane con la più totale insensibilità e senza alcuno sdegno nè pudore, oramai assuefatto e succube di telegiornali che parlano e dicono ciò che è bene e comodo sapere, passa dalla morte di decine di persone al gossip esasperato e insensato… Una volta la televisione (già allora ampiamente additata di spettacolarizzare troppo un evento tragico) dimostrava anche una qual forma di sensibilità verso chi viveva queste tragiche vicende che oggi nemmeno rientrano nei normali TG in quanto forse poco redditizzie ai fini dei dati Auditel…. Dovrei forse scusarmi per questo amaro e sentito sfogo ma non lo farò in quanto da troppo tempo schifato da quanta indifferenza, superficialità e leggerezza ci viene propinata dalle varie televisioni che ci offrono quotidianamente un falso mondo patinato tanto desiderato e poco realistico… Non sono assolutamente contro la molteplicità della comunicazione, nè per la libertà cosidetta vigilata della stessa ma bensì mi schiero apertamente dalla parte di chi si dimostra ampiamente stufo di essere preso/a in giro… Credo che ci debba essere un maggior rispetto per la vita e le persone in linea generale, per il loro dolore, per la realtà degli eventi e che forse sia meglio evitare i senzaziolalismi senza senso e ritornare (per quanto ben sarà difficile e lungo) ad essere persone e non semplici numeri su cui giocare o per cui giocare spesso a scapito della verità e della decenza, una guerra mediatica senza senso alcuno…. Bello sarebbe ritornare a scoprire la sensibilità, la neccessità di essere persone con dei sentimenti piuttosto che persone che zippano da un canale all’altro in caso di pubblicità o quando semplicemente un tema ci è scomodo o ci dà fastidio (che non è sintomo di piena libertà di scelta a mio modo di vedere ma bensì libertà di non accettare ciò che ci accade intorno e quindi cedere al patinato e falso mondo creato ad doc… per illuderci che tanto non tocca noi direttamente ciò che si vede quindi perchè preoccuparsi???’)
In rispetto anche del piccolo Alfredino e di tutti coloro che come lui periscono più nell’indifferenza più totale in quanto mancati artefici di sensazionali dati di ascolto, ma pur sempre persone meritevoli di attenzione, proviamo a tornare a risvegliare dalle soffitte della nostra mente i sentimenti che assopiti o dolcemente sedati da spot o altro, oramai insensibili, ascoltano e recepiscono notizie che un tempo ci avrebbero fatto rabbrividire e proviamo a riscoprire il valore stesso della vita come bene principale……
Sono passati 25 anni da quella brutta storia…. eppure mi sembra di essere ancora mezzo dormiente disteso sul divano a osservare mamma che amorevolmente lavora, e la tv che propone delle immagini che fatico a capire… A volte vorrei tornare a poter godere di quella innocenza e di quegli anni… con il senno di poi credo farei più attenzione a vivere….