Gli addobbi minori erano quelli che richiedevano maggior tempo e che ogni anno rimanevano superstiti del periodo festivo…

Al ritiro di tutto, qualche oggetto si imboscava al punto che, dopo una settimana, riemergeva all’attenzione e si faceva candidamente notare…

Sapeva di correre il rischio di rimanere in bella vista o, solitamente, nelle retrovie, fra gli oggetti esposti in casa…

Il vischio da appendere sopra la porta, a cui ricorrere per estorcere quando opportuno affettuosi baci con la scusa della tradizione, la corona o la renna simpatica con gli auguri all’ingresso, i festoni e le luci che illuminano la notte…

Sono solo alcuni dei segni che venivano messi dentro e fuori casa, quasi a voler essere ben auguranti, quasi a cercare di scacciare gli eventi nefasti dell’anno e a evocare momenti felici, spensierati e positivi…

Il sorriso e la bellezza dell’atmosfera che si respirava in quei momenti era importante, come una impronta nella neve fresca che poi istiga a correre e camminare e tuffarsi nel bianco, soffice manto che ricopre tutto intorno…

La goduria del rientro nelle case riscaldate e il sedersi davanti a una tazza fumante di qualche bevanda calda… realizzata per rigenerare e ristorare il corpo raffreddato dalle temperature esterne…

Già! La neve mancava e con lei la possibilità di creare vicino casa il classico pupazzo molto artistico e realizzato come vero e proprio artigianato manuale e frutto di inventiva e di improvvisazione…

Ma questa è un’altra pagina della nostra storia…

Come sempre… buona giornata e buona e serena vita bella gente…


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