ATTENZIONE: Vi invito a leggere (e nel caso rileggere) con molta attenzione questo post prima di arrivare alle conclusioni….
Provate a farlo anche voi. Cercate la parola razzismo e vedete che cosa vi appare dal web come risposta. Potreste rimanere sorpresi di leggere dei termini che analizzati vi pongono davanti alla domanda che dà il titolo a questo post.
Chi è il vero razzista? Viene naturale chiederselo nel leggere nella sommaria spiegazione:
razzismoraz·zì·ṣmo/sostantivo maschile
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Ogni tendenza, psicologica o politica, suscettibile di assurgere a teoria o di esser legittimata dalla legge, che, fondandosi sulla presunta superiorità di una razza sulle altre o su di un’altra, favorisca o determini discriminazioni sociali o addirittura genocidio.
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estens.Qualsiasi discriminazione esacerbata a danno di individui e categorie.
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Vengono additati di razzismo coloro che si dimostrano intolleranti nei confronti degli immigrati. Persone insensibili nei confronti di disperati che abbandonano le loro terre e che da disperati affrontano dei viaggi, spesso lasciandoci pure la pelle, alla ricerca di un ricongiungimenti familiare, di maggiore fortuna o semplicemente di sfuggire dalle sgrinfie di aguzzini (senza tener conto che vanno dalla padella alla brace…)
Ci si emoziona terribilmente davanti alle immagini di bambini presi in braccio oramai inermi, ci si sente compassionevoli per un dato (corto) periodo e poi via via il sentimento scema per andare lentamente nell’oblio… Che gente questi razzisti, estremisti che sono a favore dei muri, del ripristino delle barriere, delle frontiere e della protezione delle loro tradizioni, delle loro donne, dei loro ideali e stili di vita che vengono così selvaggiamente inquinati da “questi” immigrati….
Razzisti però sono anche coloro che giungono in un Paese che cerca di ospitarli, contenerli, controllarli e aiutarli e riceve invece, in molti casi, invettive e pretese che paiono essere più che richieste dei veri e propri diktat… Si passa dalla richiesta specifica di luoghi specifici e dedicati per professare in tranquillità il proprio culto e religione (arrivando a chiedere la negazione dei simboli radicati nella maggior parte delle persone che sono originarie del Paese che li ospita) [vedasi esempi di moschee, eliminazione dei crocefissi in luoghi pubblici, ecc ecc…]
Si arriva all’imposizione di un credo, di una religione (come unico testo o credo possibile…), a mettere in discussioni diritti conquistati con anni di lotte più o meno civili (vedasi il diritto delle donne alla guida, al voto, alla parola, a una certa libertà, alla parità [o pseudo tale] dei sessi in molti ambiti, ecc ecc…)
In un mondo in cui anche i rapporti umani sono resi mordi e fuggi, dove la virtualità assume una importanza spesso maggiore a discapito della realtà (bella o brutta che essa sia…), si scontrano un certo radicato tradizionalismo (tollerato in parte da coloro che fanno fatica a adeguarsi ai tempi) e modernità (che abbatte certo talune barriere ma tende altresì a “bruciare” tempestivamente tutto e troppo in fretta, facendo talvolta perdere il reale valore delle conquiste e delle cose).
Stridono così le immagini che facciamo fatica a distinguere fra coloro che ci appaiono indifesi e fragili, senza nulla con loro se non che la loro dignità di esseri umani, contro l’immagine di coloro che circolano liberamente con cellulare di ultima generazione, spesso in gruppo magari compiendo impunemente e da impuniti atti che se compiuti da altri sarebbero posti immediatamente alla gogna…
Urlano giustizia le immagini di quei bambini morti, abbandonati nell’oblio generale dell’indifferenza di noi tutti che davanti all’evidenza delle immagini proposte da tv, giornali, social ed altri canali ci fanno indignare e ci pongono il paragone di quei bambini che in tenera età muoiono alla ricerca di una semplice libertà senza nulla avere, mentre veniamo richiamati all’attenzione (magari) da un frugolo della stessa età che vuole richiamare la nostra attenzione per mostrarci il fantastico risultato che ha ottenuto con l’ultima applicazione/giochino sul social magari con il telefonino di ultima generazione ricevuto in dono a Natale…
…. mi limito a riportare semplicemente alcuni di questi esempi e ne avrei talmente altri ancora da dire ma mi rendo conto che è inutile… Continueranno a morire i bambini disperati, e non solo cercando di attraversare un mare, cercando la libertà in un Paese distante della poca interessante Africa, lottando con delle pietraie in altre località del mondo, sprofondando in buchi profondi delle miniere con un lavoro che li ucciderà nel tempo perchè sfruttamento…. e quanti quanti altri casi? Ma noi, i nobili che ci puliamo ciclicamente la coscienza partecipando alle raccolte dei fondi quando lo spot di turno colpisce la nostra sensibilità (o malauguratamente risveglia la sporca coscienza…), ci arrocchiamo davanti alla scusante “ma in fondo io che ci posso fare?”
Il vero cancro in tutto ciò stà nei nostri sentimenti e nel nostro modo di raffrontarci ed accettare le cose… Anzichè voler stare salomonicamente nel mezzo, nel limbo (più per comodo che per reale posizione di imparzialità…), dovremmo farci una idea, una coscienza e avere il coraggio delle nostre scelte (belle o brutte che esse siano)…ma pur sempre scelte e non imposizioni da pecoroni…
Iniziamo a chiederci: “ma chi sono i veri razzisti?” siamo noi o sono loro? Esistono delle differenze? Perchè sia fra noi che fra loro ci sono i buoni e i cattivi… occorre quindi fare ulteriori scissioni, saper separare le mele marce da quelle buone… (e magari questo fosse facile…)
Non si tratta di fare un discorso religioso, politico o razzista… si tratta di essere realisti, freddamente realisti e lucidi… cosa che ultimamente ci viene veramente difficile, troppo impegnativa e che (pare ai più…) non fornire alcun risultato nè facile nè efficace…
Allora, realmente, senza ipocrisie, senza falsi moralismi, poniamoci questa domanda e proviamo a darci, in primis per noi stessi, una risposta.
“Chi è il vero razzista?”… a voi la risposta…
Buona vita bella gente…
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Il finto buonismo ormai ha rotto le scatole, li accogliamo, li mettiamo in albergo….e protestano perché non c’è il wifi visto che hanno tutti i cellulari di ultima generazione! (E lo dico per esperienza diretta) e poi leggi che un poveretto di 72 anni muore in macchina dal freddo dove viveva da anni perché non aveva la possibilità di pagare un affitto…..chi è razzista quindi?
Grazie Silvia per il commento e per la testimonianza diretta! Appunto il post è da leggersi proprio in questi termini (come ho anticipato in premessa…) grazie per il commento 🙂
Non so se reputo gli “altri” razzisti. E con altri intendo tutti.
So come reputo me stessa: intollerante.
Intollerante al lievito di birra, alla mancanza di rispetto, alla svendita della parola data, alle prevaricazioni.
Poi.
Possono (gli altri) avere tutti i colori della pelle che vogliono, praticare mille credi o anche nessuno, ma se mi cadono nei fondamentali sociali, li osservo con la stessa espressione con cui guardo la data di scadenza passata di un vasetto di yogurt.
E traggo le mie debite conclusioni, consapevole che quello che posso fare, quello che è in mio potere, è “tirar” su un figlio rendendolo degno d’esser chiamato uomo. Anzi, umano.
Nel mio piccolo, posso fare (e ho le sole forze) solo per questo.
Grazie Paola per il commento! Credi di dire poco con le tue parole? Credo tu abbia centrato in pieno il succo della mia filippica, di un discorso più complesso di quello che ci fanno apparire e spesso troppo generalistico (della serie che per le colpe di alcuni ci rimettono tutti anche quelli buoni…). Noi, nel nostro piccolo, abbiamo il compito di tenere gli occhi aperti e andare oltre a ciò che ci viene spesso presentato in “vetrina”…. Grazie ancora del commento 🙂
È stato un piacere commentare, perché hai scritto un post che racchiude concetti che condivido.
Che spesso vengono manipolizzati per dire ingiustamente chi sono i buoni e chi sono i cattivi.
E sta cosa è stancante, sinceramente.
Semplicemente grazie