circoSabato, dopo diversi anni, mi sono deciso con la fanciulla a recarmi a vedere un circo. Erano diversi anni che per un motivo o l’altro non ne avevo o la possibilità o il tempo. Non mi ci sono ritrovato vi dirò. Non è più lo stesso circo di quando ero bimbo anche se a dir la verità i meccanismi sono gli stessi e la magia ne rimane immutata. Forse da piccino osservavo con gli occhi di quel bimbo che si impressionava davanti a tutto e che riusciva a vedere tutto magico. L’attesa è stata abbastanza breve e l’avvicinarsi al tendone pure. Una volta entrati un’atmosfera notturna ci ha accolto avvolgendoci fino a inizio spettacolo.
All’interno del tendone iniziavano a correre da una parte all’altra i fotografi al seguito dei pagliacci. Chi con il coniglio bianco, chi con la scimmia, ti si avvicinano chiedendoti di fare la foto, cercando garbatamente di convincerti ma senza alcuna insistenza. La scena si ripete fino a quasi le ventuno e quindici. Improvvisamente lo spettacolo parte. L’orchestra, l’annunciatore che canta, e il carrozzone riapre i suoi battenti e dalla sua bocca escono artisti di tutti i tipi e livelli. Alcuni accompagnati da animali che vengono ammaestrati a dovere per lo spettacolo e che se sbagliano il loro numero vengono guidati a ripeterlo ma senza violenza alcuna. Non entro nel merito dello spettacolo perchè sarebbe ingiusto e sarei riduttivo nel raccontare in poche righe quanto i miei occhi hanno potuto vedere.
Personalmente mi hanno lasciato un pò di amaro in bocca i cavalli. Li ho visti piegarsi come far l’inchino in avanti sulle loro giunture, e ballare a tempo di musica e mi hanno messo una tristezza enorme in corpo. E’ stato poi il turno del mangiafuoco e qui sinceramente la razionalità di chi più bambino non è ha preso il sopravvento. Mi sono sinceramente chiesto perchè nessuno ha detto ai molti bambini presenti che ciò che quell’uomo faceva non andava in alcun modo rifatto a casa… Poi le tigri bianche… e il pensiero va a quei felini che rischiano la loro estinzione e mi chiedo se anche l’esistenza dei circhi possa in qualche maniera salvaguardare la loro effettiva estizione.
Tutti gli “inservienti” a correre e a fare tutto con molta attenzione perchè lo spettacolo deve poter scorrere nella maniera più fluida e tranquilla possibile. Nulla è lasciato al caso. Nemmeno quando una finta famiglia (sempre figuranti) simulano una lite per far divertire il pubblico.
Pausa fra la prima parte e la seconda.
Si alza la rete per le tigri… e qui si ritorna bambini quando ci si ricorda quasi l’operazione come se già vista, vissuta. Sembra di vivere un deja-vu e ci si lascia immergere nei pensieri. I bambini intanto piangono cercando di farsi portare in braccio all’elefante per fare una foto ricordo, e altri fra i pop corn e la visita al piccolo zoo del circo…mentre una voce scandiscegli sponsor locali.
La luce torna a affievolirsi e rieccoci tuffati in pieno in un mondo che per ancora due ore sarà fuori dal tempo e dai problemi del quotidiano. Lo sguardo osserva le fiere tigri, l’imponente presenza degli elefanti e si sofferma nel veder volteggiare corpi nel vuoto nel seguire le evoluzioni degli equilibristi.
Mentre il tempo implacabile scorre, la magia si affievolisce lentamentee coscente del fatto che il sogno sta per finire e si sta per ritornare alla realtà.
Fuori dal tendone, appena varcata la soglia dello stesso una fronda di pensieri si impadronisce di me. Una domanda mi spiazza ancor piùquando mi sento dire: “lasceresti mai fare a tuo figlio la vita del circense?”
Bella domanda! Credo di si anche se sono coscente che non sia a mio modo di vedere, una vita facile perchè sempre itinerante e con affetti che è difficile radicare in pochi giorni di permanenza. Credo altresì che le persone che facciano questa vita non la facciano per i soldi ( o almeno non solo per quelli ), secondo me hanno un amore innato per quell’arte di cui sono gli unici portatori. Più che giudicare immagino che si debba fermarsi a rispettare e valorizzare il valore e il lavoro di queste persone perchè inutile ricordare che dietro a ogni clown c’è un viso di una persona e a dir la verità nessuno e nulla mi potrà impedire di pensare che a volte il trucco viene solcato da una lacrima di tristezza per moltissimi motivi che qui non sto a elencare ma a cui si può facilmente arrivare.
Una vita sempre girovagando su è giù per il mondo, esperienze, disavventure e avventure da raccontare, difficoltà e magari anche riconoscimenti.

Concludo questo mio sfogo chiedendovi:” voi fareste mai la vita dei circensi? Se si o no perchè?”

La vera conclusione la faccio qui ringraziando coloro che mi hanno concesso di ritornare bambino, permettendomi di allontanarmi dai problemi di tutti i giorni e concedendomi uno scorcio di magia e serenità. Grazie di cuore e buona prosecuzione.. come si dice buona fortuna!

*Questo post è di oltre dieci anni fa…


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