La favola del #Natale al completo…
Vi invito a leggerla fino in fondo perchè, potrei sbagliarmi, ma ne vale la pena…. poi ditemi voi (se vi va)…
Meno di un mese al Natale e il bimbo aveva deciso di comportarsi bene…
Un discolo, vivace, vivo…! Una vivacità contagiosa… Quello spirito per cui quando combinava qualche marachella riusciva sempre a superare la punizione data vestendo uno sguardo da sincero pentito…
In realtà… dopo essere stato svincolato dall’angolo, era già pronto a combinarne un’altra! Si perchè i tempi delle punizioni non erano altro che forzate pause con cui poteva dedicarsi allo studio di altre marachelle…
Nell’ultima però, messo ancora una volta all’angolo per aver giocato con la palla in casa e aver quindi rotto un vaso di fiori, osservava il calendario e si rendeva conto che era il 22 di novembre e di lì a un mese sarebbe arrivato il Natale…
Era il caso di iniziare a comportarsi bene perchè sapeva che se così non avesse iniziato a fare, nel magico giorno, non avrebbe mai visto un pacchettino per lui sotto l’albero addobbato in casa…
Iniziò quindi a riflettere sul da farsi e alle prime cose da scrivere in quella lettera che avrebbe da lì a pochi giorni dovuto scrivere…
“Nel periodo di punizione, il fanciullo aveva pensato alle mille e mille cose che il periodo festivo che di qui a un mese sarebbe arrivato, avrebbe portato con sè…
Tante leccornie a tavola, la possibilità di vedere persone lontane, innumerevoli ore da dedicare ai giochi nuovi, pomeriggi all’aperto a giocare con la neve, pomeriggi davanti a tazze fumanti, le visite a presepi e mercatini, le tante risate e quella spensieratezza così ancora distante dai grigi giorni che precedono quel fatato e magico periodo…
Il suo pensiero si portò alla ricerca del muschio fresco per abbellire il Presepe da realizzare in casa, all’albero finto che, nonostante finto, perdeva gli aghi ogni anno e sempre più… alle palline di abbellimento… sia quelle infrangibili, o quasi, di plastica, sia quelle preziose e artistiche di vetro…
Il tempo intanto passava e la punizione fù decisamente più breve del solito, o almeno così apparve… Il tempo era volato, come l’immaginazione fervida del ragazzo che aveva anticipato quanto, a memoria, avrebbe desiderato vivere e rivivere ancora una volta in forma totalmente diversa rispetto gli anni passati…
Una sorta di mischiare le carte di un mazzo natalizio di eventi, gusto, odori e sapori conosciuti e di cui era intenzionato per quest’anno a mischiare le carte…”
Quel pomeriggio di novembre si era deciso che con tutta la famiglia si sarebbe andati a fare delle compere al centro commerciale più vicino…
Era ancora presto… La neve un sogno lontano… eppure, nonostante fuori il Sole splendesse con temperature miti, all’interno del supermercato, si poteva pregustare quell’aria di preparativi che spingeva ancor più quel desiderio di feste e di Natale…
Iniziavano a comparire nelle corsie i bancali di panettoni e pandori… la gente commentava chiedendosi, vista la prematura comparsa e i bassi costi con cui venivano proposti ai clienti, se quei prodotti fossero freschi o rimasugli dell’annata precedente da smaltire…
Il bambino però era attratto più dalla corsia dei giochi e dei materiali per abbellire casa, mentre i grandi si facevano ingolosire dalle primizie tipiche autunnali/invernali che venivano messe in bella mostra sui banchi delle corsie…
Ben presto la famiglia era divisa fra chi iniziava a fantasticare, portandosi avanti dall’onda del pregustarsi il periodo festivo, immaginandosi già, chi la tavola imbandita, chi a scartare ipotetici e improbabili regali…
E mentre i dipendenti si affrettavano, essendo venerdì sera, a rifocillare le corsie di ogni bene, specie superfluo, le famiglie si spandevano fra le varie corsie come in un “libera tutti” concedendo attimi di fantasia galoppante per grandi e piccini…
…in fondo anche questa è la magia e l’attesa del Natale… ma è ancora troppo prematura e poco radicata per insidiarsi per bene nelle menti e nei cuori delle persone.. quindi, richiamati tutti/e all’ordine, si riprende a fare la spesa radunati, come a un punto di ritrovo, quando ci si avvicina alle casse, scartando desideri e acquisti affrettati… non dandogli un addio ma un semplice arrivederci…
…e mentre di torna a casa si pensa ad altre cose… aspettando il Natale…”
Il ritorno verso il paesello, uscendo dalla città, dava a vedere il lavoro di coloro che, appesi dalle varie piattaforme, si prodigavano a installare le luminarie…
C’era già una atmosfera diversa nell’aria…
In quei giorni il mattino si era fatto più frizzantino… I camini avevano iniziato a fumare e l’odore di legna che ardeva si impadroniva delle campagne circostanti…
Le piante, timidamente e dolcemente accarezzate dal vento, si spogliavano del loro manto di foglie multicolor, lasciando a terra i ricordi di una estate oramai ampiamente alle spalle..
Proprio quel vento fra i rami, sembrava talvolta, voler intonare una specie di ninna nanna…
Il nonno al bambino raccontò che quello era il sistema con cui messer vento cercava di risvegliare dolcemente il buon Babbo Natale dal suo torpore e dal lungo riposo… Una sorta di letargo al contrario…
Quando alcuni animali andavano a dormire per il periodo invernale, questi dovevano aspettare che il buon Babbo Natale si svegliasse per lasciare loro casa, così che gli animali potevano dormire e mantenere il giaciglio caldo e al suo ritorno in primavera, sbrigate le varie faccende invernali, si potessero nuovamente dare il cambio… facendo così tornare gli animali all’aria aperta e ritornando lui a godersi il meritato riposo…
Nel pensare a queste cose, forse anche cullato dal torpore della macchina o dai movimenti della stessa, il piccolo bambino ne approfittò per schiacciare un pisolino sino al ritorno a casa, immaginando di essere uno di quei cuccioli in attesa del risveglio di Babbo Natale…
Si avvicinavano i giorni e il fanciullo pensava alle tappe segnate del suo progetto natalizio…
Per prima cosa la realizzazione del Presepe… Occorreva rifornirsi di muschio fresco e farlo in tempi e modi giusti…
Sabato prossimo l’appuntamento sarebbe stato di fisso, di primo mattino, vicino allo scorrere dell’acqua che andava a rifornire il laghetto…
Armato di borse e coltellino per raccogliere il muschio più folto, bello e verde… Lasciarlo seccare davanti alla stufa per alcuni giorni e poi stenderlo per bene e utilizzarlo per la realizzazione del Presepe…
In settimana avrebbe chiesto di portare dalla cantina, su scatole e scatoloni per vedere che nulla si fosse rotto… per provare le luci e iniziare a sentire gli odori che caratterizzano i giorni che anticipano il Natale…
Le ore passano, come sempre inesorabili, e la sabbia che passa da un lato all’altro della clessidra della vita, non torna mai più indietro, andando ad appesantire il tappeto dei giorni trascorsi a discapito dei giorni ancora da strappare, di cui non conosciamo la reale quantità a nostra disposizione…
Questo pensiero così profondo non è adatto per essere nel copricino di un bambino… <Eppure lui faceva di questi ragionamenti e , avendo una forte sensibilità, ci rimaneva male, ogni qual volta si apprestava a snellire il datario foglio dopo foglio…
Piccoli gesti che diventavano quasi maniacali… Ad ogni mese occorreva togliere subito il foglio del calendario appeso vicino al frigo, ricco di segni e promemoria…. Si apprestava a vedere l’ultimo foglio… ricco di disegni e segni vari, scadenze e promemoria di ogni tipo…
Un nuovo giorno, un nuovo mattino e l’ultimo mese di questo anno… fra desideri, preparativi, bilanci e non solo…
Strappò il foglio prima di correre a scuola… da domani si sarebbe impegnato a preparare tutto per il Natale così tanto atteso…
Corse a scuola aspettando il Natale…. questo splendido Natale… si perchè in cuor suo ne aveva la convinzione….
Gli scatoloni erano ben impilati al lato della stanza. Su ogni uno di loro era scarabocchiato qualcosa…
In uno vi era scritto “decorazioni”, un’altro recitava “palline”, un terzo “statuine” e via discorrendo…
Nel cercare di riordinarli, quasi timidamente, fece la sua comparsa una busta sgualcita che sapeva di vecchio…
L’intestazione vedeva la scritta “a Babbo Natale” ma dietro mancava il destinatario…
La curiosità era troppo grande e così, con estrema curiosità, la piccola mano estrasse il foglio sgualcito e provato dal tempo, scoprendone mano a mano un foglio ingiallito e scritto a mano…
La calligrafia era lineare, ordinata, senza particolari segni… Sembrava quella dei libri che il cucciolo aveva visto quando faceva le elementari…
Oggi pomeriggio io e mamma facciamo l’albero di Natale che è gigante e ci vuole tanta fatica.
Prima dobbiamo mettere la base, poi i rami appuntiti, dopo le luci, le palline e infine mettiamo le ghirlande!
E’ il mio mese preferito dicembre perchè ci sono i regali.
Il foglio proseguiva nel secondo foglio, in cui vi era scritto : Ti prego di fare attenzione se scendi dal camino.
Di giorno accendiamo la stufa e quando fa freddo pure di notte. Sarebbe bello potessi portare soldi e salute e giocattoli per tutti.
Per i bambini piccoli, per i grandi e per i poveri.
Sarebbe bello che la mamma potesse rimanere con me al caldo e come lei tutte le mamme.
Cerca di non stancarti troppo e grazie Babbo Natale.
Questa letterina, dopo essere stata letta, venne per bene ripiegata e conservata fra le cose preziose del nostro cucciolo che custodiva i suoi segreti in una vecchia scatola di biscotti in metallo…
Iniziò ad aprire e rovistare nelle scatole e i suoi occhi si spalancavano nel vedere le singole statuine e oggetti vari…
Il muschio era pronto per essere lavorato. La tavola fissata per bene.
Prima il passaggio delle lucette, poi la posa delle casette e della grotta, infine il muschio, le montagne di carta e le statuine..
La bellezza della sera, il buio e poi accendere il tutto…
Guardare fra i giochi di luci, le ombre, le statuine che sembrano prendere vita in un paesaggio irreale ma curato…
Ecco. La magia del Presepe!
Guardare bene che il Bambinello sia coperto, perchè così tradizione vuole…
Cercare di distribuire i personaggi, bipedi e quadripedi, in maniera disordinata, casuale ma con stile e senso…
Il bimbo ne rimaneva rapito. Nel suo sguardo, acceso dalle intermittenze delle lampadine, le storie di tutti i personaggi…
Per ogni uno di loro aveva ben chiara nella sua mente, un tragitto, una storia, un fine, in una specie di fantomatico copione che poteva in ogni istante prendere vita, pur essendo una ricostruzione “congelata” nella sua immobilità apparente…
Non vedeva l’ora di poter mostrare la sua opera ad amici, compagni e compagne di scuola e ai vicini di casa che ogni anno rimanevano incuriositi dalle novità che cercava di aggiungere al suo Presepe…
Eppure… eppure c’era qualcosa che non ritornava… C’erano dei particolari che secondo lui erano da sistemare…
Il Presepe era fatto… Alcuni dettagli ancora ma sostanzialmente era finito…
A questo punto l’attenzione veniva spostata du un’altra istituzione del Natale..
La scelta ora doveva andare sull’albero…
Reale o finto?
Assolutamente finto! Era sua ferma convinzione… A scuola era successo che avessero preso un albero vero e ciò che ne era rimasto dopo l’Epifania era un ex albero, spiumato dei suoi aghi profumati, triste e spoglio…
Inutile il tentativo di cercare di piantarlo nel prato antistante la scuola… Di lì a pochi mesi si lasciò andare al suo destino e quindi, rinsecchito, venne abbandonato e poi abbattuto per essere usato per scaldare chissà quale camino…
Da quell’episodio il ragazzo chiese, un famiglia, di provvedere all’acquisto di un albero sintetico proprio per provvedere a salvaguardare l’esistenza di quei centenari alberi che svettano con le loro punte, fra i boschi, in libertà…
Certo, non c’è quel profumo, quell’aroma, quella particolare atmosfera…ma meglio un albero di plastica e un’Anima che svetta viva che un tronco secco in più…
E una pallina via l’altra si stava preparando anche l’albero…
La scadenza di avvicinava sempre più… Entro il 9 dicembre doveva essere scritta la letterina da inviare a Babbo Natale..
L’indirizzo c’era, la busta affrancata pure… ciò che mancava era il contenuto…
In questi giorni di preparativi erano balenati un sacco di pensieri e di idee…
Lasciare la busta vuota? Sembrava una buona idea! Permetteva di capire se il grande omone sarebbe stato in grado di comprendere i desideri di quel bambino che aveva inviato la sua busta… In realtà l’idea venne bocciata per paura che la cosa non venisse compresa e anzi scambiata per una mancanza di idee e di rispetto…
Desideri ce ne erano anche tanti… ma quali scegliere? Erano troppi e obiettivamente alcuni anche difficili da realizzare anche per Babbo Natale..
La testa si arrovellava, e lo faceva parecchio, al punto che i pensieri si erano concentrati su questa incombenza distogliendo l’attenzione alle marachelle quotidiane, con buona pace degli adulti che interpretavano la cosa come bontà in vista del Natale…
In realtà la preoccupazione eta incentrata sul come scrivere questa letterina, quanto scriverla lunga (immaginando che ci sono quelle di tutti i bimbi del Mondo) e che cosa inserire al suo interno…
Era importante capire se mettere un bilancio dell’anno che si apprestava a finire, se infarcire la lettera di promesse e di buone intenzioni, se scrivere semplicemente una lista di regali e desideri, se accontentarsi e lasciare “carta bianca” all’omone rosso e le sue renne…
Iniziò a scrivere diverse lettere e tutte quante vennero cestinate… appallottolate vicino al cestino della sua cameretta… Diversi gli inizi, gli indizi ma nessuno convincente al punto di diventare lettera prescelta…
Rinviò la cosa, avendo ancora alcuni giorni per dedicarsi a questa incombenza, nella speranza di ricevere la giusta ispirazione…
Nel frattempo, uscì di casa per fare una passeggiata…
Arance! Ecco di cosa profumava l’aria… Arance! Era questo l’aroma che caratterizzava la casa…
La buccia di arancia messa a seccare sulla stufa con a fianco una polposa arancia con conficcate al suo interno dei chiodi di garofano…
Era incredibile l’invasione del profumo nella stanza…
La legna scoppiettava nel caminetto e nella stufa serviva a scaldare non solo gli animi ma anche gli alimenti e l’acqua contenuta nel bollitore della stufa…
I tubi sembravano arroventarsi, in realtà scaldavano l’ambiente e riuscivano a illuminare la stanza solitamente rabbuiata…
Il bimbo si sedette alla sua scrivania… accese una candela e spense la luce della sua stanza… Aprì il cassetto del tavolo e ne estrasse due fogli immacolati e bianchi e una penna non stilografica…
Iniziò in bella calligrafia a scrivere: Caro Babbo Natale….
Caro Babbo Natale:
ci ho pensato tanto cosa scriverti sai?
Di cose da chiederti ne avrei davvero tante… Sia per me che per i miei cari, sia per chi conosco che per chi no…Sono tanti i balocchi che non saprei fare una scelta…
Fra i libri, mi piacerebbe potermi perdere nelle pagine di un libro ricco di leggende e di storie a lieto fine con cui poter fantasticare e viaggiare con la fantasia…
Un libro che mi permetta di viaggiare fra le mille e mille cose e mete che non conosco e che forse non vedrò mai…
Leccornie in quantità, per i miei cari e per chi non ne ha…
Mi piacerebbe avere un quaderno alto e una penna per riportarvi i miei pensieri come se fosse un diario.
Mi piacerebbe tanto quel trenino di legno con cui giocare nei pomeriggi di casa e di neve in cui non si può uscire…
Aiutami a essere più bravo e più buono, perchè io mi impegno ma sono comunque un monello, gli adulti dicono così… io mica ci credo…
Ah! Per le renne ti lascerò dei biscotti e del latte fresco in una tazza… vedi di non mangiarli tu…altrimenti non passi più nel camino degli altri…
A proposito… il camino quella sera non lo accenderemo…altrimenti mi sa che ti bruceresti…
Visto che sarai stanco, riposati un pochino ma fai attenzione a non addormentarti, perchè anche altri bambini ti aspettano e sarebbe brutto se tu non passassi e rimanessi addormentato…
Tanti auguri caro Babbo… e Buon Natale… Tuo…
Così il nostro bimbo scrisse la sua lettera…
Sul pavimento per terra un insieme di fogli accartocciati… prove di brutta che on lo convincevano…
Imbustata e spedita, quando fuori era sera, nella buca per le lettere del paesello…
Gli addobbi minori erano quelli che richiedevano maggior tempo e che ogni anno rimanevano superstiti del periodo festivo…
Al ritiro di tutto, qualche oggetto si imboscava al punto che, dopo una settimana, riemergeva all’attenzione e si faceva candidamente notare…
Sapeva di correre il rischio di rimanere in bella vista o, solitamente, nelle retrovie, fra gli oggetti esposti in casa…
Il vischio da appendere sopra la porta, a cui ricorrere per estorcere quando opportuno affettuosi baci con la scusa della tradizione, la corona o la renna simpatica con gli auguri all’ingresso, i festoni e le luci che illuminano la notte…
Sono solo alcuni dei segni che venivano messi dentro e fuori casa, quasi a voler essere ben auguranti, quasi a cercare di scacciare gli eventi nefasti dell’anno e a evocare momenti felici, spensierati e positivi…
Il sorriso e la bellezza dell’atmosfera che si respirava in quei momenti era importante, come una impronta nella neve fresca che poi istiga a correre e camminare e tuffarsi nel bianco, soffice manto che ricopre tutto intorno…
La goduria del rientro nelle case riscaldate e il sedersi davanti a una tazza fumante di qualche bevanda calda… realizzata per rigenerare e ristorare il corpo raffreddato dalle temperature esterne…
Già! La neve mancava e con lei la possibilità di creare vicino casa il classico pupazzo molto artistico e realizzato come vero e proprio artigianato manuale e frutto di inventiva e di improvvisazione…
Brrrr…. Il freddo attanagliava un pò tutto l’ambiente circostante…
Le pigne, cadute a terra, erano vestite di un bianco velo…
A terra, accovacciata, c’era una signora anziana con un cartello, con uno sguardo apparentemente dolce e con pochi cenci strappati addosso….
Tremava vistosamente, eppure, a ogni passaggio di piedi, senza nemmeno sollevare lo sguardo, ripeteva la sua cantilena terminandola con un timido sorriso…
La gente, la maggior parte, passava davanti e tirava diritto…
C’era chi brontolava, chi borbottava, chi era distratto/a, chi invece si fermava a leggere il cartello, chi cercava di capire e chi, quasi a vergognarsi, dapprima si guardava intorno e poi buttava a terra alcune fra le monetine che si incrociavano all’interno delle tasche poco prima e che cadendo a terra, suonavano come una strana melodia…
Una volta ferme a terra, una mano usciva dal mucchio di stracci e raccoglieva quanto gettato per metterlo in tasca o nel piattino…
Il bimbo, nella sua innocenza, alla vista di quella scena, aprì il suo zaino e, dopo aver frutgato per un pò, ne tirò fuori due mandarini e una briosche che aveva con sè e li avvicino, quasi timidamente alla signora…
A quel punto il viso si alzò, e un sorriso largo, tnto da mostrare pochi denti e uno sguardo dolce, pagò fortemente il gesto semplice del bambino che in un primo momento si allontanò quasi spaventato e poi si avvicinò per sentire proferire un timido “grazie” detto con il cuore….
Il bimbo rispose a sua volta con un sorriso mentre una fievole lacrima percorse il viso rugoso e provato dell’anziana signora… ma il bimbo non ebbe tempo per accorgersene…
Salutò l’anziana signora e riprese il suo percorso per non arrivare tardi al suono della campanella di ingresso a scuola…
Di lì a poco una goccia toccò terra e andò ad insinuarsi fra le fessure del freddo porfido che pavimentava la strada…
Chissà se da quella lacrima, se da quella fessura, in primavera spunterà un fiore… uno di quelli senza pregio ma incredibilmente bello nella sua semplicità…
Un segno di sensibilità in un mondo di fretta, specie in questi giorni, e spesso indifferente…
Ovattato… Tutto come silenziato… Ecco il dono e la magia della neve…
Cade lentamente, dapprima timida poi infittita e folta…. silenziosa, ricopre tutto intorno, delicatamente, di quel manto bianco e soffice…
Il silenzio regna rispettosamente…
Fino a poche ore prima il brusio, la fretta, la frenesia delle feste…
Riesce a far fermare la gente con la testa e relativi nasi all’insù.
Ed è subito magia!
Il desiderio di casa, di caldo, di quell’atmosfera bella del ritorno…
I bambini che non vedono l’ora di sognare, giocare in mezzo a quel manto…. riempirlo di impronte e sprofondarcisi dentro…
Pupazzi di neve che emergono con le più svariate forme, mentre il loro mantenimento viene messo in discussione dalle temperature in grado di scendere bruscamente di notte per essere oggetto di riscaldamento giornaliero per effetto del Sole che mette a dura prova la loro resistenza…
Il crepitio delle stufe a legna, le immagini del fuoco, reale o virtuale che sia, a rappresentare il calore che pervade le case che si vestono a festa con i mille odori dell’inverno…
Dalle torte ai minestroni, dalle zuppe ai dolci buoni….
….è semplicemente questa, e non solo, parte della magia del Natale… Aspettando che arrivi il giorno del Natale….
Il primo giorno d’inverno…
Ricordava l’utilizzo del calendario…
Sempre meno in uso il calendario!
Anni fa, già da novembre, ci si preoccupava di accaparrarsi quelli più ampi… più grossi, con le immagini belle, con le righe grandi…
Nel calendario si segnava quando c’erano da fare certe visite, i compleanni, le scadenze, quando si cambiava la bombola del gas e mille e mille altri appunti di ogni tipo e natura…
Con l’avvento del digitale, tutto viene scritto sulle nuvole…
Il bimbo ascoltava i grandi parlare… uscendo per andare a scuola volse il suo sguardo al cielo che sembrava minaccioso…
Pensando fra sè e sè si chiese se, per caso, quelle nuvole, sarebbero state utili per ricordare, in caso di interrogazione, le date della lezione di storia che faceva fatica a ricordare…
… e con l’innocenza del bimbo di un tempo… buon primo giorno d’inverno!
La vigilia era una data tanto attesa…
Il bagno, il profumo in casa, gli abiti belli per prepararsi alla Santa Messa…
E’ sempre stata una giornata frenetica…
La gente che corre per gli ultimi acquisti, le persone che si mischiano fra i saluti sinceri e quelli di circostanza… fra gli insulti per un parcheggio rubato e fra i sorrisi per una moneta donata…
Le favole, le storie, gli aneddoti raccontati dalle colonne portanti delle famiglie…
La solitudine delle persone in compagnia e la felicità delle persone sole…
Tutto si mischia fra la neve che cade e i riflessi delle luci sulle opache palline di un albero che ogni anno rinnova un segno di speranza, di desiderio di festa, di spensieratezza e di ogni bene…
Importante pettinarsi bene, curare i particolari esteriori come quelli interiori…
Il rispetto della Messa nel dispetto del chiacchericcio comaresco delle comari del quartiere…
L’atmosfera della magia rinnovata, del brindisi sincero e non importa con cosa, sia vino come un bicchiere d’acqua…
La presenza di pacchi, come di un bigliettino… esserci in qualche modo, esserci e ringraziare per questo…
Una magia che in realtà si rinnova quotidianamente anche senza essere apparentemente scintillante e così esponenzialmente ampliata…
Riconoscere e ringraziare quel piccolo e incredibile miracolo della rinascita, ogni anno, ogni giorno, ogni istante…
E’ il Natale che si avvicina… la vigilia per chi aspetta il Natale… per chi ne vive la magia ogni giorno, per chi non ha bisogno di una data specifica per apprezzarne la quotidiana magia…
Ed il Natale era infine arrivato!!!
I pacchi erano sotto l’albero e attendevano che qualcuno li aprisse…
Di pacchi ce ne erano davvero tanti, tantissimi… più di quelli che ci si potrebbe immaginare….
Molti avevano della polvere sopra… come se… come se non fossero lì da poco tempo…
Effettivamente sembrava che più che pacchi di un anno ve ne fossero lì alcuni da diversi inverni…
Come se nessuno li avesse ricevuti, o come se nessuno li avesse aperti, considerati, scartati…
Regnava nella stanza il buio, infranto solamente dall’intermittenza delle luci che addobbavano albero e Presepe…
Un buio triste, solitario… vuoto… Dalle finestre si infiltrava l’aria gelida della notte e il vento portava con sè i canti dei bambini che rientrando dalla Santa Messa cantavano ancora, lieti per quanto avevano intonato pochi minuti prima ottenendo il riconoscimento della popolazione riunita nella piccola e accogliente chiesetta…
Effettivamente erano anni che quella stanza non veniva aperta…. Il destinatario di quella manna, realmente piovuta dal cielo, era stato portato via… tanti anni prima… ma quella stanza.. quella che aveva tanto studiato, addobbato con cura e desiderato… era rimasta esattamente come allora….
Le storie si sà… sono così… un pò come la vita… ricche di sorprese… e non è detto che tutte debbano obbligatoriamente finire con un lieto fine no?
In fondo, anche la vita non nasconde amarezze, dispiaceri e dolori….
In realtà, mentre scrivo queste righe, quella porta viene spalancata da quel bambino, non più tale, che ha avuto la fortuna di poter fare ritorno a casa, nonostante il lungo periodo di malattia, nonostante i tanti pianti dei suoi cari e amici e parenti…
La stanza viene innondata di nuova luce e tutti quei pacchi possono essere doverosamente scartati e apprezzati per commemorare il ritorno a nuova vita di quel bambino con sogni e desideri che sono cresciuti con lui, anche senza di lui, e che aspettavano semplicemente che lui tornasse a casa da loro e con loro…
Adesso, in fondo, è Natale… e l’augurio è che lo sia per tutti/e!
Per quelle persone che sono dimenticate, sole, disagiate, ammalate, in un letto di ospedale o in un ospizio, che stanno lavorando magari in un pronto soccorso o in un ospedale, in strada a pattugliare che nessun ladro rubi sogni e regali di grandi e piccini…per chi c’è , chi resta e per chi non c’è più… e tutte le altre persone, grandi e piccole che, in fondo, in questa notte, rinnovano il miracolo di una gioia, più o meno sentita e vissuta a pieno e nel suo vero significato, che merita un posticino di riguardo nel cuore di ogni uno di noi…
Lo abbiamo tanto aspettato questo Natale, e che allora Natale sia!
Auguri a tutti, bella gente, e buon Natale, magari ogni giorno, dentro di noi… nonostante tutto e tutti… Auguri sinceri!
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Buon Natale! 🙂