Ecco un libro che mi sento assolutamente di consigliare, specie se volete dedicarvi a delle ore di sana lettura e sopratutto corroborante…
Attraverso le storie della sua famiglia, Giovannino Guareschi ha dato voce alle esperienze di tutti i giorni delle famiglie italiane.
«Incominciamo come una favola» disse la Pasionaria.
«C’erano una volta un bambino e una bambina che vivevano coi genitori in una casetta in mezzo ai campi. Il padre andava a lavorare in una città lontana e la madre rimaneva in casa a preparare la cacciatora di pollo per la famiglia. Il padre dei due bambini aveva due grossi baffi neri come il carbone. Ma una volta il brav’uomo rimase parecchio tempo lontano da casa e, quando tornò, la madre diede un grido. I baffi del marito non erano più neri ma candidi.
“Ohimè, povero Giovannino!” esclamò la moglie. “Come sei diventato vecchio!”
Ma l’uomo sorrise e rispose: “È Natale e la neve, cadendo dal cielo, ha coperto i miei baffi col suo bianco velo”. E, così dicendo, scosse il naso e la neve cadde e apparvero i baffi neri come prima. E sui baffi luccicavano i palloncini variopinti e i fili d’argento e d’oro e le candeline dell’albero di Natale. La madre e i bambini pieni di gioia incominciarono a saltellare allegramente attorno al Baffo Natale e quella fu la più bella festa della loro Vita.
Tanti auguri di felicità e distinti saluti.»
1953-1968: quindici anni di vita del nostro Paese raccontati da Giovannino Guareschi nelle piccole storie della sua famiglia che cresce e affronta i problemi della quotidianità, le nuove tecnologie e i nuovi pericoli sociali. L’Inquinamento che inizia ad avvelenare il mondo in cui viviamo. Il Divismo dei fan per i nuovi idoli. Il Consumismo inventato da una già efficiente propaganda televisiva. La Conquista del cosmo ridotta alla gara spaziale fra Usa e Urss. Il Benessere dell’auto, della tv, delle vacanze e delle cambiali. La Contestazione: la “Zanzara” al Parini e l’eskimo nelle università e nelle piazze, al grido di “Viva il Che!” e “Viva Mao!”. Tutto attraverso la semplicità, l’umorismo e le “parole della quotidianità” con cui da sempre Guareschi riesce a raccontare con leggerezza anche cose terribili.
Che dire? Buona lettura e buona giornata bella gente!