Ecco un post del 2010… Ecco cosa dicevo allora sul tema povertà…
ROMA (Reuters) – Oltre il 70 per cento delle famiglie italiane è “soggettivamente povero”, in quanto dichiara di guadagnare una cifra inferiore a quella che ritiene necessaria per una vita dignitosa.
Lo afferma la nota di luglio dell’Istituto di studi e analisi Economica (Isae), che aggiorna i dati sulla cosiddetta “povertà soggettiva” utilizzando le inchieste Isae sui consumatori. La condizione di povertà soggettiva, aumentata negli ultimi due anni di 20 punti percentuali, viene misurata domandando alle famiglie se ritengono di percepire un reddito adeguato per vivere “senza lussi ma senza privarsi del necessario”.
Senza approfondire, Isae dice che tassi “decisamente meno elevati” vengono rilevati se viene chiesto “Lei si sente povero?” a causa dell’effetto stigma legato all’auto dichiararsi tale.
La soglia media della povertà soggettiva, secondo i dati dell’Isae si è molto alzata a partire dal luglio 2003, arrivando a toccare circa i 1.250 euro per una persona che vive da sola e i 2.600 euro per una famiglia numerosa.
Questo fenomeno, secondo la nota Isae, si spiega anche alla luce della “diffusa percezione tra le famiglie di costi crescenti per mantenere uno standard di vita accettabile, a fronte di un reddito effettivo rimasto per lo più stabile”.
Un fenomeno che riguarda in modo uniforme tutte le zone geografiche, con un forte aumento, negli ultimi due anni, di coloro che dichiarano di aver incontrato difficoltà nell’acquistare anche i generi alimentari. Ma tale percezione, precisa l’Isae, “potrebbe dipendere almeno in parte dalla maggiore immediatezza con la quale l’opinione pubblica percepisce l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari”.
La quota di famiglie che vivono in abitazione di proprietà è decisamente inferiore nelle grandi città, e simmetricamente è più alta la quota dei residenti in città che dichiarano di aver incontrato difficoltà nel pagamento delle spese per l’abitazione e di sentirsi preoccupati dal problema della carenza degli alloggi.
La povertà soggettiva, ricorda Isae, è ben diversa dalla povertà relativa e da quella assoluta, che determinano la condizione di bisogno in base a criteri “oggettivi”: secondo l’Istat, la linea di povertà relativa (per una persona sola) è pari a 522 euro (con riferimento al 2003) e sono povere in Italia 10 famiglie su 100. Per la povertà assoluta si fa riferimento, invece, al concetto di sussistenza; l’Isae stima l’incidenza della povertà assoluta (per l’anno 2004) nel 6,8% delle famiglie.
Commento? Posso dire che onestamente è vero anche se non ci si può lamentare ma credo debba far pensare il fatto che si può vivere bene se si è in due a lavorare e gli stipendi sono minimo due.
Fra affitto, spese varie esistenziali (utenze gas, elettriche e telefoniche) nonchè il cibo i soldi volano… Ci sono da mettere in preventivo sempre gli imprevisti e le spese non attese fra cui spese mediche o per il mantenimento di automobili…
Nonostante tutto a volte si riesce anche a accantonare qualcosa nella speranza di riuscire a coronare i piccoli grandi sogni o semplicemente per avere un “cuscino” che permetta di non ritrovarsi in “mutande” in caso di necessità!…
Così la pensavo nel 2010, sette anni fa, e così continuo a pensarla… A vedere questo post mi sembra di sfogliare una fotografia semi sbiadita e rispolverare una storia che non riesce a cambiare… Mah!
Buona giornata e buona vita bella gente… Namastè! Alè!