Quando pur di far scalpore si fa confusione…

Non si possono paragonare i casi di Eluana Englaro e quello conosciuto come il caso di Dj Fabo (di questi giorni…)

Il primo si basava su una richiesta riconosciuta anche dalla Costituzione, mentre la seconda è una vera e propria richiesta ben differente…

Sono sempre stato un ragazzo molto vivace. Un po’ ribelle, nella vita ho fatto di tutto. Ma la mia passione più grande è sempre stata la musica. Così divento Dj Fabo”, spiegava il 39enne nel video prendendo in prestito la voce della fidanzata Valeria. “Signor presidente della Repubblica, vorrei poter scegliere di morire, senza soffrire. Ma ho scoperto di aver bisogno di aiuto”. Nel videomessaggio Fabiano descriveva così la sua condizione: “Mi sento bloccato a letto immerso in una notte senza fine“.

Se nel caso si Eluana Englaro si trattava di sospendere la somministrazione da parte delle macchine di medicinali e sostentamento, nel caso di Dj Fabo si parla di vera e propria lucida richiesta di suicidio assistito, eutanasia pura.

Occorre fare dunque delle differenze e per aiutarci sfogliamo le indicazioni fornite ad oggi da Wikipedia:

  • l’eutanasia è attiva diretta quando il decesso è provocato tramite la somministrazione di farmaci che inducono la morte (per esempio sostanze tossiche).

  • l’eutanasia è attiva indiretta quando l’impiego di mezzi per alleviare la sofferenza (per esempio: l’uso di morfina) causa, come effetto secondario, la diminuzione dei tempi di vita.

  • l’eutanasia è passiva quando è provocata dall’interruzione o dall’omissione di un trattamento medico necessario alla sopravvivenza dell’individuo (come nutrizione artificiale e idratazione artificiale) .

  • l’eutanasia è detta volontaria quando segue la richiesta esplicita del soggetto, espressa essendo in grado di intendere e di volere oppure mediante il cosiddetto testamento biologico.

  • l’eutanasia è detta non-volontaria nei casi in cui non sia il soggetto stesso ad esprimere tale volontà ma un soggetto terzo designato (come nei casi di eutanasia infantile o nei casi di disabilità mentale).

  • l’eutanasia è detta involontaria quando è praticata contro la volontà del paziente.

  • il suicidio assistito è invece l’aiuto medico e amministrativo portato a un soggetto che ha deciso di morire tramite suicidio ma senza intervenire nella somministrazione delle sostanze.

Facendo riferimento in particolare al panorama legislativo italiano si distingue l’eutanasia da altre pratiche e problematiche concernenti la fine della vita:

  • la terapia del dolore attraverso la somministrazione di farmaci analgesici, che possono condurre il malato ad una morte prematura, non è considerata una forma di eutanasia in quanto l’intenzione del medico è alleviare le sofferenze del paziente e non procurarne la morte.

  • non si configura come eutanasia il rifiuto dell’accanimento terapeutico. Il medico, nei casi in cui la morte è imminente e inevitabile, è legittimato (in Italia sia dalla legislazione che dal proprio codice deontologico) ad interrompere o rifiutare trattamenti gravosi per il malato e sproporzionati rispetto ai risultati che è lecito attendersi.

  • in Italia è garantita la cosiddetta libertà di cura e terapia attraverso gli articoli 13 e 32 della costituzione. In particolare l’art. 32, 2º comma, recita: “nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”. In base a tale principio nessuna persona capace di intendere e di volere può essere costretta ad un trattamento sanitario anche se indispensabile alla sopravvivenza. Anche da un punto di vista etico la rinuncia ad un intervento necessario alla sopravvivenza si configura come suicidio e non come eutanasia.

  • infine non si può definire eutanasia la cessazione delle cure dopo la diagnosi di morte, in particolare dopo la diagnosi di morte cerebrale.

Esistono poi tantissime ragioni a favore come contro a tale scelta, trattamento… Paesi che si sono schierati a favore, riconoscendo il diritto/libertà di scelta cosciente e volontaria a dispetto di Paesi che invece difendono al massimo livello la vita e la resistenza a questo ultimo gesto…

In Italia da anni si discute della cosa senza riuscire ad approdare a un disegno legge che sia in grado di trovare o indicare una via, come è stato per mille altri temi altrettanto difficili da interpretare e valutare… Se ne discute tanto, ma non si arriva a nulla di concreto aimè… e sarebbe necessaria una guida in tal senso…

Voi come la pensate?

Vi doveste trovare in una situazione siile o avere un vostro caro che chiede di aiutarlo/a a eseguire la sua ultima e unica scelta… come vi comportereste?

Domanda che porta a dare ragione al cuore o alla coscienza?

Personalmente sarei fortemente combattuto… anche se credo che, con mille difficoltà, cercherei, se non esiste alcuna possibilità di cura, di guarigione, di dare seguito alla richiesta, qualora questa ci fosse… anche se credo avrei per sempre problemi di coscienza… E voi???

Come sempre bella gente… Namasté! Alé!

Di fm-web

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