Tempo fà, mi avventurai nell’immaginarmi un particolare Mangiafuoco…
Vi ricordate dove avevo sospeso la storia? No? Bhè se non avete tempo o pazienza nel leggervi la prima parte di questa storia, vi riporto, per facilitarne la lettura, le righe finali della prima parte (che comunque potete trovare qui)….

Una modesta folla, più di curiosi che di veri estimatori, si era compostamente riunita dapprima in biglietteria, per versare il proprio obolo, e poi meno ordinatamente a cercare di accaparrarsi il posto migliore in prima fila, se possibile…
Scorreva il tempo come la sabbia nella clessidra e da dietro il sipario, Mangiafuoco, sbirciava soddisfatto, il ritorno delle persone al suo cospetto per assistere al nuovo spettacolo. Persino i suoi attori erano felici e frementi di uscire con il nuovo ordine e la storia rivista e rimescolata, pur sapendo che alla fine, si trattava della stessa solita storia… Alla fine giunse il fatidico momento… Un silenzio apparente, interrotto dall’inevitabile chiacchiericcio di sottofondo, attendeva che il sipario si aprisse…
…ma questa è un’altra storia, o se volete la stessa ma semplicemente rimestata (fate un pò voi…) Quindi se avete pagato il vostro biglietto, o se semplicemente state ai bordi in attesa di commenti… godetevi lo spettacolo perchè altro non si può fare…

Dunque? Dove eravamo rimasti? Ah! Si ora mi ricordo…

Calarono le luci all’interno del teatro e il teatrino, posto al centro del palco, solo quando venne raggiunto un livello accettabile di silenzio e si placò il via vai delle persone, ancora alla ricerca di un posto possibilmente privilegiato per poter assistere allo spettacolo, vide, lentamente e con non poca difficoltà, l’apertura del sipario…

Il chiacchericcio ben presto si trasformò in un silenzio che non era facile da comprendere se era più imbarazzato o imbarazzante… Sta di fatto che tutti, ma proprio tutti, cercarono di capire cosa stesse accadendo in quel teatrino posto al centro del palco…
Fra le tante persone presenti, ad assistere lo spettacolo, fra paganti e non, si potevano scorgere il gatto e la volpe, il grillo parlante e il povero Geppetto che vagava fra il pubblico, alla ricerca spasmodica e disperata della sua amata creazione… C’erano proprio tutti e tutte le persone…. anche quelle che in realtà, così bene non volevano al sapiente e possente artista…

Ad ogni modo, lo spettacolo ebbe inizio, ed il pubblico cercò in silenzio di seguire la trama di quanto si stava proponendo dal teatrino, cercando di capire quanto venisse loro proposto…

La storia era avvincente, specie perchè, la voce narrante era impegnata nel suo stupefacente racconto… Le parole si susseguivano con maestria, e questa doveva essere senza dubbio molto valida, perchè a ben vedere, sarà stato per via dell’illuminazione poco efficace, sarà stato per un effetto voluto ma, il palco, che sembrava essere  popolato da mille e mille personaggi, era in realtà completamente vuoto…solo che, forse proprio per gli effetti creati, il pubblico non era posto nella condizione di rendersene conto…

Il racconto narrava le gesta di Mangiafuoco e come questo venisse rappresentato in diversi aspetti sia del suo ruolo, nella storia e nei libri, sia nel suo carattere…

Così, mentre ombre sconosciute parevano prendere corpo nel piccolo palco del teatrino, la voce narrante, parlando di Mangiafuoco diceva di lui… “Egli è il burattinaio del “Gran Teatro dei Burattini”, e viene descritto come: «un omone così brutto, che metteva paura soltanto a guardarlo. Aveva una barbaccia nera come uno scarabocchio d’inchiostro, e tanto lunga che gli scendeva dal mento fino a terra: basta dire che, quando camminava, se la pestava coi piedi. La sua bocca era larga come un forno, i suoi occhi parevano due lanterne di vetro rosso, col lume acceso di dietro; e con le mani schioccava una grossa frusta, fatta di serpenti e di code di volpe attorcigliate insieme». In realtà Può essere definito come un personaggio positivo, nonostante la sua descrizione (che non mette altro che soggezione).

Mangiafuoco altro non è che un personaggio tanto indulgente e comprensivo quanto burbero e suscettibile. Alla fine, vedrete, si rivelerà essere in realtà generoso, consegnando a Pinocchio cinque zecchini d’oro da portare al disperato Geppetto, lasciando libero il burattino per poi scomparire definitivamente di scena.”

In realtà Geppetto era già uscito dal teatro mentre nel sentire proferire queste parole parte del pubblico tornò a vociferare chi con piacere, chi con sonoro e rimarcato disappunto per quanto sentito pronunciare…

Fu lì che la voce narrante, non con poca difficoltà,  tornò ad accentrare l’attenzione generale e riprese il suo racconto… volendo così ricordare che:

… in realtà la figura di Mangiafuoco, conosciuto anche come Mangiafoco, si rivela esser tutt’altro che mite… Un suo alter ego giapponese pare che lo compri il burattino per una miseria per farlo recitare nei suoi spettacoli, soltanto per guadagnare ed esser sempre più ricco fino a che, quando sarà pressoché invecchiato, lo getterà nel fuoco; ma Pinocchio riuscirà a sfuggirgli quasi immediatamente.”

Anche in questo caso, sentendo citare una versione orientale del conosciuto personaggio, parte del pubblico iniziò a borbottare, specie perchè non apprezzava nè il paragone, nè l’esito finale della storia…. Fù così che il narratore, per cercare di sedare gli animi, fece la voce più grossa e presentò al presente pubblico, la versione creata dalla penna di uno scrittore russo… e quindi riprese il suo racconto dicendo…

“mi amato pubblico, esiste poi la versione rappresentata dallo scrittore russo Alexej Tolstoj nel 1936, dove Mangiafuoco prende il nome di  Karabas Barabas . Egli è il principale antagonista della vicenda, il quale è in cerca di un luogo magico a cui possa adattarsi la sua chiave dorata, ma il padre del burrattino sa che il posto meraviglioso si trova niente di meno che dietro latazzo sul quale vi è raffigurato un focolare. Il burattino riuscirà a sottrargli le sue marionette e a farle esibire in questo nuovo teatro, sconfiggendolo.”…

D’improvviso calò nuovamente il silenzio… Tutti ma proprio tutti fecero silenzio… e in quei secondi, anzichè parlarsi addosso chi a favore, chi contro, iniziarono a guardarsi… occhi negli occhi, gli uni e gli altri… attimi che sembrarono durare un’infinità…

Una voce squarciò quel silenzio quasi tombale e proferì, ad alto tono, una frase che alimentò la curiosità di tutti i presenti dentro e fuori il teatro…

“Ehi! ma se nel palco del teatrino ci sono solo le ombre… Mangiafoco dov’è?….”

Sfruttando lo stupore generale, la voce narrante, riuscì ancora una volta a rapire completamente l’attenzione di tutto il pubblico… e poco importava se il palco del teatrino era completamente vuoto… oramai la sua voce era in grado di riempire quelle assenze… e così, nel naturale silenzio ritrovato, riprese a narrare…

sapete? Dopo che Pinocchio rovina uno dei suoi spettacoli di burattini, distraendo i presenti dalla sua presenza, Mangiafuoco, indispettito, dà l’ordine ai suoi burattini di gettarlo nel fuoco per poter cuocere un arrosto di montone, ma si impietosisce per le sue urla strazianti, tanto da starnutire a più riprese (il burattinaio ha l’abitudine di starnutire quando si commuove).
Decide, allora, di liberare Pinocchio e gettare nel fuoco al posto suo Arlecchino, ma Pinocchio riesce ancora una volta a commuoverlo chiamando Mangiafoco «Eccellenza» e offrendosi di essere gettato nel fuoco al posto di Arlecchino.
La nobile azione provoca di nuovo la commozione (e un violento attacco di starnuti) di Mangiafoco, che si rassegna a mangiare il montone mezzo crudo.
L’indomani Pinocchio racconta al burattinaio della grande povertà del suo babbo, e questi gli regala cinque zecchini d’oro raccomandando al burattino di portarli subito a Geppetto. “

Il pubblico era diviso fra favorevoli e contrari a questa versione della storia, mentre i più curiosi fra loro, continuavano a chiedersi e domandarsi dove in realtà fosse finito quel grande uomo di cui si raccontavano le gesta ma di cui si sentiva la mancanza in teatro…

In realtà Mangiafuoco non era assente… semplicemente assisteva, indisturbato, a tutto quanto stesse avvenendo sia nel teatro che nel teatrino, volutamente da parte, al fine di essere lui, questa volta, lo spettatore di uno spettacolo che gli si produceva sotto i suoi stessi occhi…

Ma questo è un’altro capitolo di questa strampalata storia…

Come sempre bella gente… buona vita che siate “eccellenze”, Geppetti, gatti, volpi, burattini o pubblico… chiunque siate.. buona e serena vita….

Namasté, alé… to be continued….

 


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