Poco più che coscritti… Anche un film immortale come Grease raggiunge l’età dei 40anni.
Un anniversario bellissimo per uno dei film che ha superato nel tempo la barriera delle generazioni e che tutt’ora riesce ad appassionare facendo cantare e ballare anche i giovanissimi risultando così una pellicola immortale e duratura nel tempo…
Dal 1971 al 15 giugno 1978 Grease era stato un musical di successo, replicato a Broadway più di tremila volte. Quarant’anni fa, il 16 giugno 1978, divenne un film con John Travolta e Olivia Newton-John, il musical di rifermento di almeno una generazione.
In Grease (che in Italia uscì il 30 agosto con il titolo Grease – Brillantina) Danny Zuko è un ragazzo bello, sbruffone e popolare, mentre Sandy Olsson un’innocente ragazza appena arrivata negli Stati Uniti dall’Australia. All’inizio del film Danny e Sandy si incontrano su una spiaggia, stanno un po’ insieme e si innamorano. Ma l’estate finisce e ognuno va per la sua strada. Solo che un po’ di tempo dopo scoprono di frequentare lo stesso liceo. Si piacciono ancora, ma lui deve fare il duro e il donnaiolo con i suoi amici T-Birds e all’inizio la snobba.
Poi però si rendono conto di piacersi molto e, nonostante qualche complicazione, i due ballano insieme, si mettono insieme e, dopo che lui diventa un ragazzo per bene per lei e lei una ragazza meno acqua-e-sapone, se ne vanno su un’auto volante.
Grease, il musical di Broadway, fu messo in scena la prima volta a Chicago. All’inizio era uno spettacolo più crudo e meno scanzonato rispetto al film e Jim Jacobs, uno dei due autori, ha detto che costò 171 dollari. Nel Grease messo in scena a Londra nel 1973, a interpretare Zuko fu Richard Gere.
Nessun critico parlò di Grease come di un capolavoro assoluto, ma molti ne apprezzarono la capacità di rappresentare il contesto del liceo e il periodo di fine anni Cinquanta. In seguito, qualcuno ha criticato il sessismo del film; altri ci ritrovano la capacità di essere una sorta di parodia di certi film degli anni Cinquanta e di parlare anche di cose non scontate, come sesso e gravidanza.
Oltre che per le canzoni, i vestiti e il modo in cui si atteggia Danny Zuko, il film ha continuato a far parlare di sé anche per una strampalata teoria che gira da qualche anno: sostiene che in realtà Sandy muoia annegata all’inizio del film e che tutto il film sia un suo sogno, una sua esperienza di pre-morte in cui lei si immagina cosa potrebbe succedere con Danny. La teoria si appoggia soprattutto su due elementi: Danny che cantando “Summer Nights” dice di aver salvato Sandy dall’annegamento e il fatto che a fine film i due se ne vadano su un’auto volante, una cosa implausibile. Solo che sarebbe anche difficilmente immaginabile adolescenti che improvvisamente si mettano a cantare e ballare con elaborate coreografie: è un film, e per di più un film musical.
A me personalmente è sempre piaciuto… Non è tra i miei film preferiti ma ci può tranquillamente stare in una serata fra coetanei in piacevole compagnia 🙂