… hai davanti un altro viaggio, e una città per cantare.
Mi ricordo che ero poco più che un gagno, un bimbo, e i giradischi poggiavano sui mobili di vetro in sala…
Hai presente quelle sale in cui i divani erano coperti da coperte e cellophane e c’era sempre il mobiletto in vetro in cui si conservava l’impianto Hi-Fi… La radio, il giradischi, i dischi e le casse da cui si poteva ascoltare a buon volume la musica….
Ecco, fu in quelle sere fra amici dei miei che mi appassionai a canzoni come “Una città per cantare” di Lucio Dalla, affidata al suo figliuolo musicale Ron e con padrino il buon Francesco De Grigori…
Quante volte con le cuffione a buon volume ho posizionato e riposizionato la puntina su quel vinile per sentire quasi allo sfinimento questa canzone?
Grandi strade piene
Vecchi alberghi trasformati
Tu scrivi anche di notte
Perché di notte non dormi mai
Buio anche tra i fari
Tra ragazzi come te
Tu canti smetti e canti
Sai che non ti fermerai
Caffè alla mattina
Puoi fumarti il pomeriggio
Si parlerà del tempo
Se c’è pioggia non suonerai
Quante interurbane
Per dire come stai?
Raccontare dei successi
E dei fischi non parlarne mai
E se ti fermi
Convinto che ti si può ricordare
Hai davanti un altro viaggio
E una città per cantareAlle ragazze non chieder niente
Perché niente ti posson dare
Se il tuo nome non è sui giornali
O si fa dimenticare
Lungo la strada
Tante facce diventano una
Che finisci per dimenticare
O la confondi con la luna
Ma quando ti fermi
Convinto che ti si può ricordare
Hai davanti un altro viaggio
E una città per cantareGrandi strade piene
Vecchi alberghi dimenticati
Io non so se ti conviene
I tuoi amori dove sono andati
Buia è la sala
Devi ancora cominciare
Tu provi smetti e provi
La canzone che dovrai cantare
Ma non ti fermi
Convinto che ti si può ricordare
Hai davanti una canzone nuova
E una città per cantare