La maestosità del Monte Bianco che si presenta sul fianco sinistro, mentre sul lato destro altre montagne, fra le più alte in Europa, delle nostre belle Alpi.
Qui tutto trova ordine e pace e gode di un tempo che non osserva la naturale e frenetica vita della bassa… qui ci si gode a pieno l’aria, priva di inquinamento, il panorama, libero da ogni presenta architettonica umana (se non da quella che naturalmente ci permettere di essere dome sono) e niente pare essere in grado, nemmeno i nuvoloni neri che incombono che paiono carichi di pioggia o neve, di tormentare quanto qui si vive…
E’ un attimo, susseguente a un’altro… piccoli e indefinibili periodi con i quali il tempo scandisce la vita di alta quota…
Davanti al pannello che indica le peculiarità della catena montuosa che mi si presenta ai miei occhi, mi sento particolarmente ignorante e piccolo.. ignorante nella mia scarsa, quasi nulla conoscenza di quanto di fronte a me, piccolo, in riferimento a quelle rocce eterne e che di storia e di storie ne hanno vissute e ne avrebbero da raccontare, segretamente custodendo quando da loro vissuto…
E’ quello strano senso di Pace che risveglia altri sensi quasi assopiti, che forse mi ero dimenticato di avere, che spiazza e nel contempo stupisce e fa enormemente piacere, ricordarsi di avere…
I profumi, le immagini, la solidità della struttura, la variabilità del meteo, l’umanità delle persone di diverse età e appartenenze socio culturali e linguistiche… Uno strano senso di fratellanza e di rispetto rivolto più che agli uomini, alla natura che si presenta davanti a loro…
Sono emozioni ad altezze diverse quelle che si vivono e si provano, restando in vallata o salendo sino a qui, sino a dove possibile, sino a dove la mente fino ad allora aveva sognato e fantasticato di poter, forse un giorno, arrivare…
Eccovi in parole, ciò che ho vissuto raggiungendo Punta Helbronner, in una calda giornata di agosto… correva l’anno 2018…