In questi giorni mi torna in mente quando venivo a trovarti e aspettavamo insieme il Sole, il suo arrivo, prima di ripartire e andare al lavoro…
Freddo al mattino, camminavo avvolto prima dai miei pensieri e poi dagli abiti che ricoprivano le mie membra.
Varcavo quel cancello e mi sembrava di entrare in qualche cosa di oscuro, di tetro. Un certo non so chè di cupo, di triste, traspariva già da quei muri esterni che sembravano sussurrare storie, le mille e tante storie, vissute all’interno di tutte quelle persone che hanno ospitato nel tempo, negli anni…
Quante persone entrate in verticale e uscite in orizzontale… Quante vicende che non si sapranno mai, chiuse fra le minuscole crepe, celate da rattoppi e da riverniciature effettuate all’occorrenza…
Entro, mi faccio coraggio…. La bussola di accesso ha un odore difficile da definire, ma già preannuncia, qualora non avessi il dono della vista, in che locale stò entrando…
A darmene conferma mugolii lontani, lamenti sordi e stornelli ripetuti a mò di cantilena da persone che paiono esserci con il loro aspetto fisico ma totalmente o parzialmente assenti con il loro essere mentale…
Già ! Sono in un ospizio… Uno dei tanti, dei tantissimi sparsi nel territorio…
Storie che si ripetono tutti i sacrosanti giorni… Operatori e operatrici alle prese con i cambi di chi è incontinente, di chi è violento senza essere cosciente di esserlo.. semplicemente perchè abbandonato/a il corpo e sperduto la mente altrove…
Le giornate si susseguono fra le mille magagne e le normali attività …Â
Colazione, quando va bene merenda, pranzo, se si riesce il thè del pomeriggio e poi cena e a nanna presto perchè il giorno dopo, per chi supera la notte, la sveglia è a presta ora…
Ricordo che ti venivo a cercare in quel corridoio fra un miscuglio di odori che spaziavano dal passaggio della notte, a quello dei bisogni corporali e quello dei disinfettanti utilizzati per pulire laddove ce ne fosse necessità …
Incontravo sempre quello che tutte le volte che passavo, fosse di mattino, pranzo o sera, amava gridarmi di sorpresa contro “Ehi bello!” facendomi sobbalzare perchè, pur sapendolo, riusciva a beccarmi assorto fra pensieri e ragionamenti vari…
Superavo la signora anziana, di cui le mani riuscivano a raccontare, per mezzo delle sue evidenti rughe su cui pulsava visibilmente la vena principale ancora sprazzi resistenti e forti di vita, che mi guardava come a volermi implorare di portarla fuori di là , con me a respirare una boccata d’aria diversa da quella in cui si trovava…
Fra altri incontri, oramai, più o meno conosciuti, arrivavo a te e fortunatamente ti trovavo in ordine e con il sorriso, felice di vedermi, di sapere che fossi lì, che fossi passato per sapere come stavi, come era passata la notte, se eri riuscito a riposare e se tutto era a posto…
Il tuo interesse principale era uscire da lì seppur ci stessi bene, secondo la tua visione, secondo me un pò distorta delle cose, perchè inseguivi il tempo in attesa dei pasti, di cui amavi raccontarmi gusti e dettagli…
La cosa davvero bella era aspettare insieme l’arrivo del Sole che potevamo vedere da quel finestrone che dava verso la strada principale… Bello era vedere il tuo viso irrorato dai raggi del primo Sole del mattino e vedere che, nonostante tutto, nonostante il male, tutto andava per il meglio…
Sono felice che tu non sia più lì dentro! Sono riconoscente, nonostante tutto e tutti, che tu ti sia sentito bene, che tu sia stato trattato bene (tenendo conto di tutto ciò che sentiamo e sappiamo capita in giro…), e felice che ora il Sole lo puoi vedere serenamente arrivare e andare via da casa tua, vostra!
Mi fa bene al cuore sapere che non sei più lì dentro. Davvero tanto!
Il sole arrivava tardi da te…
Adesso, finalmente, può arrivare quando vuole, tanto lo vedi da casa con la persona che più ti ama al mondo, nonostante tutto, e questo è ciò che conta davvero!….