*** ATTENZIONE *** QUESTO POST PUO’ URTARE LA SENSIBILITA’ DI CERTE PERSONE… CONSIGLIO LORO DI STARNE ALLA LARGA MENTRE A TUTTE LE ALTRE DI LEGGERE BENE SINO IN FONDO E DI TROVARE IL CORAGGIO DI CONDIVIDERE QUESTE TESTIMONIANZE E STORIE. GRAZIE.
Ci si ferma spesso, troppo spesso alle apparenze e si giudica troppo facilmente senza sapere cosa c’è sotto…
Ecco un ottimo motivo per soffermarsi ad andare oltre… Così ho deciso di proporvi scatti e foto del progetto “I’m fine”, 2012-16 © Daniele Deriu – “Scars of life”, series.
«All’inizio ero convinta che il simbolo della mia femminilità mi fosse strappato via dal petto… ora esibisco quella cicatrice con orgoglio, come simbolo della nascita di una donna migliore, più forte.»
(E. L., malattia di Paget)
(Giorgia, Endometriosi IV stadio)
E’ che spesso non ci pensiamo e così non andiamo oltre alle cose semplici e ci perdiamo dietro la cura di cose apparentemente insignificanti, che perdono totalmente di significato quando si cambia la prospettiva da cui si vedono le cose e così cambia anche l’importanza o lo stesso significato e valore delle cose…
(Michelle, linfoma di Hodgkin)
E poi ti imbatti fra le tante pagine, in quella che raccoglie e racconta storie di vita e lo fa con la complessità e semplicità della testimonianza delle foto e della presenza fisica delle persone che sono in prima persona opera d’arte di loro stesse, della loro vita, del loro trascorso, del loro vissuto che merita essere conosciuto, condiviso e rispettato…
(Federica, 19 anni, tentativo di suicidio)
«E’ così che ci vedete? Nella vostra percezione matematica siamo donne a cui manca qualcosa. Un seno, una gamba, un ormone, il buon senso o la pelle vellutata. Ma noi siamo anche la somma del nostro coraggio e determinazione. Quando ci sottraggono qualcosa, raddoppiamo la voglia di vivere e di combattere… triplichiamo il bisogno di amare e la volontà di essere donne. Quando fate questo gioco algebrico con i vostri sguardi che soppesano… ricordate che noi saremo sempre la somma delle qualità di una persona, mai la sua differenza.»
(Inés, mastectomia)
«Dopo l’incidente la mia vita è diventata deliziosamente instabile. La questione pratica non è uno scherzo. Pensate alla protesi. Togli, metti, togli, metti… e un giorno è larga, l’altro è stretta e l’invaso non va bene e mi irrita la pelle… e poi invece di camminare, ondeggio. Come un bambino appena nato, ho dovuto definire i miei nuovi confini, saggiare con il dolore i miei limiti. Di notte mi capitava di sentire prurito alla gamba che non c’è più. E poi c’è la gente. Ti guarda e pensa “Poverina, era così bella… guarda cosa le è capitato”. Ecco. Mi è capitato di sopravvivere. Mi è capitato di risollevarmi, di innamorarmi di me, di correre come il vento con la gamba hi-tech, di guidare una moto, di scoprirmi determinata… e ogni tanto, quando mi sollevo su una gamba, in equilibrio instabile, mi capita di sentirmi bella.»
(Mélie, Amputazione)
«Penso di essere sempre stata un po’ egoista, di aver messo me stessa e i miei problemi davanti a tutto il resto. Durante il lungo periodo della lista, quando aspettavo ogni giorno la chiamata che mi avrebbe portato in sala operatoria, il mio carattere è peggiorato. Ero scontrosa, brusca, odiosa e irrispettosa. La cardiomiopatia che mi aveva accompagnato fin dalla nascita era finalmente giunta in fase terminale e forse non lo accettavo. Poi uno sconosciuto della mia stessa età mi ha donato il suo tempo ed è stato come rinascere. Ora, quando sono irrequieta, ascolto quel battere regolare, forte, entro in sintonia con la parte della sua anima che vive in me… nello spazio di tempo tra un battito e l’altro, e insieme troviamo pace. D’ora in poi, sarò una persona di buon cuore.»
(Valérie, trapianto di cuore)
Allora ecco che ci vuole la sensibilità e il coraggio di chi raccoglie queste esperienze e ancor più di chi le racconta per tramutare un indubbio dolore e una cicatrice, tanto fisica quanto mentale, in qualche cosa di utile e di aiuto nei confronti di chi, come loro, si è trovata/o in difficoltà o in momenti di apparente debolezza abbattuti dal coraggio di vivere oltre a ciò che appare di loro, di ciò che non si vede in quanto , spesso, sapientemente o con pudore nascosto e protetto…
Nota a margine. La serie “Scars of life”, accantonata e ripresa più volte, è partita agli inizi del 2012 e già dai primi giorni di ricerca mi resi conto di un fatto: per qualche ragione, le cicatrici auto-inferte non catalizzavano molta “simpatia” (intesa etimologicamente come “co-sofferenza”).
Se la cicatrice ti arriva per un tumore o un incidente, allora le persone si “protendono” verso di te, ti “riconoscono” e ti accolgono con calore… ma se sei stata una autolesionista o hai tentato di toglierti la vita, in qualche modo, non benefici dello stesso calore.
Ma nella idea originaria della serie, l’intento è quello di raccontare storie di combattenti, di sopravvissute… e le cicatrici rappresentano le “ustioni” che si sono procurate attraversando il loro inferno personale. Ecco, per me non esiste un inferno “buono” o un inferno “cattivo”. Ci tenevo a dirlo.
( Daniele Deriu – Photo Philosophy)
Grazie dunque a Daniele e a tutte quelle persone che come lui e per mezzo delle sue immagini e storie, raccolte dietro e davanti all’obiettivo, ci permettono di riflettere sul valore unico, incredibile e indiscutibile della vita e ci fa riflettere su tutte quelle cose, sentimenti e dolori di cui spesso non si parla per mille e svariati motivi e che invece segnano sia nella mente che nel corpo…
Ecco perchè andare oltre le apparenze, vivere oltre e andare più in là di quello che propongono i nostri occhi… Possiamo scoprire l’esistenza di storie che meritano di essere capite, condivise, rispettate e divulgate, come esempi, come testimonianze decisamente più importanti di tante altre stupidaggini che vagano per il web….
E adesso prova a guardare le persone che incontri per strada, nel tuo quotidiano e non solo, con un occhio diverso… potresti scoprire, in fondo, che lontano da com ti possono apparire ai tuoi occhi, hanno dei valori e delle cose da raccontare di cui nemmeno immagini la portata o l’importanza….
Allora anche tu… prova ad andare oltre alle apparenze….e vivi oltre….