Oggi, portando a passeggio il cane, mi sono accorto di una silenziosa assenza.
Mi mancava il cinguettio dei volatili che nel periodo primaverile estivo, rallegrano, con il loro canto, l’ambiente.
Forse per le basse temperature, nemmeno i corvi hanno osato uscire stamane.
Mi é tornata così in mente la poesia del “vespro migrat…”
La riporto con piacere e un pizzico di nostalgia per quel periodo in cui mi é stato messo come compito l’obbligo di impararla a memoria.
Sono passati diversi anni da allora, tanto nel bene quanto nel male… eppure me la ricordo ancora…
Giusuè Carducci – San Martino
La nebbia agli irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;
ma per le vie del borgo
dal ribollir de’ tini
va l’aspro odor dei vini
l’anime a rallegrar.
Gira su’ ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
su l’uscio a rimirar
tra le rossastre nubi
stormi d’uccelli neri,
com’esuli pensieri,
nel vespero migrar.