Alcuni giorni fa ho scritto in merito alla vicenda che mi ha visto apostrofare come boomer.
Sono lieto che voi mi abbiate risposto sui social e per non perderne traccia lo riporto in questo nuovo post.
Sandra per prima mi scrive:
Personalmente non mi offende essere definita “boomer” anzi, vorrei essere nata una quindicina di anni prima, nei primi anni ’50, e aver vissuto l’era sessantottina, della vera rivoluzione nella moda, nella musica, nella società in genere. Avrei potuto usufruire della baby pensione e continuare a far altro… o anche solo della pensione perché, lo ricorderei ai millennials che sanno solo piagnucolare dicendo “ci rubate la gioventù” che a noi hanno rubato la vecchiaia (devo lavorare ancora 10 anni e sono boomer, appunto)
Che muovano il culo invece di deriderci: non è vero che ai nostri tempi era tutto bello e se si informassero davvero, e non sui social, lo saprebbero.
Non sono nemmeno ancora riusciti a capire che da giovane il futuro te lo devi prendere, non aspettare che ti arrivi su un piatto d’argento (o meglio su uno schermo).
Si, noi boomers siamo ancora qui e invadiamo i vostri spazi… d’altronde vi siete venduti per uno spritz e non ve ne siete nemmeno accorti.
Buona fortuna.
Risponde MariaSole
Sandra non se ne sono accorti perché, come rifletteva amaramente mia figlia (generazione Z): “Voi siete nati senza computer e avete imparato ad usarlo un pezzetto alla volta. Quando siamo nati noi, queste cose c’erano già e le diamo per scontate: mica sappiamo come usarle o come funzionano”. Ecco: non sanno come funzionano le cose – non solo il computer o la rete – e solo pochi se ne rendono davvero conto, ma nuotare controcorrente è difficile e isola chi lo fa.
A questo punto risponde nuovamente Sandra;
Mariasole adesso non possono accorgersene, fa parte dell’età .
Il fatto che alcune cose ci siano già non vuol però dire non azionare il cervello, perché darle per scontate vuol dire esserne succubi.
Sul nuotare controcorrente poi penso sia individuale, da sempre pochi lo fanno… ma spesso son quelli che fanno la differenza.
Resto ottimista.
Io nel frattempo vi ringrazio di cuore e spero di potervi rileggere ancora in commenti cos’ gradevoli!