Oggi, incoronazione del Re Carlo d’Inghiterra.
Personalmente rimpiango, al momento, la Regina Elisabetta.
Una cerimonia vista comodamente da casa.
Molte le persone che, nella speranza di un tempo più clemente, si sono recate sul posto.
Non era solo un appuntamento con la storia, sono passati una settantina di anni dalla precedente elezione della compianta Regina Elisabetta.
Non sono mancate le polemiche per comportamenti, abiti, parole dette a denti stretti e presenze più o meno “scomode”, di circostanza e forse non del tutto gradite, specie dal popolo.
Una Regina, Camilla, che nulla ha a che vedere con l’immortale, almeno nei cuori di chi se ne è affezionato nel tempo, Regina Elisabetta.
Persino gli stessi inglesi hanno qualche remora sulla nuova coppia regnante.
Una cerimonia che ha riproposto e dato aria a cimeli e reperti che appartengono alla storia e che escono da teche e musei solo ed esclusivamente per la scenografica quanto particolare elevazione a Re/Regina nel momento della loro ufficializzazione.
Inglesi che hanno partecipato riempiendo, indubbiamente, le strade, ma anche rimanendo , taluni, ai margini in quanto non del tutto concordi.
Diversi i regni e i territori interessati da questa elezione, sia per competenza che per cambiamento al vertice.
Un Rè che è chiamato, per gli anni che verranno a lui concessi dalla vita per poter regnare, a snellire, svecchiare, per quanto possibile, una monarchia che neccessita di mantenere si certe tradizioni e ruoli ma anche di essere più a portata della gente e ammodernizzata.
Gesti più o meno conoscuti sia da parte di chi ha conoscenza dell’etichetta reale e di tutte le sfumature che hanno caratterizzato l’odierna giornata.
Una bella serie di immagini che apparterranno alla recente storia di cui sono stato, per l’ennesima volta testimone.
Tanti mesi, giorni, ore di prove, di preparativi perchè tutto fosse perfetto come apparentemente è stato, nonostante il meteo e le mille cose avvenute.
Una parata militare, e non solo, perfettamente sinconizzata, spettacolare che ha dimostrato l’efficienza e le potenzialità di questo Paese e delle persone, civili, militari e non solo, che la compongono.
Uno spettacolo di indubbio rispetto e risalto, tenendo conto i tempi che stiamo vivendo, senza dimenticarci del periodo storico a cui siamo sottoposti.
Vedremo come andrà a svilupparsi, nel frattempo, pur dovendo accettare la variazione dell’inno con “God save the King” e spero che abbia del tempo anche per ogniuno di noi… non si sa mai…