Il concetto tradizionale di città sta subendo una rivoluzione grazie ai dati provenienti dai telefoni cellulari. La definizione di una città non si basa più solo sulle sue dimensioni e struttura, ma piuttosto sui flussi dinamici delle persone.
Secondo una recente ricerca pubblicata su Nature Cities e coordinata da Paolo Santi del Massachusetts Institute of Technology, insieme all’Istituto di Informatica e Telematica del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa, questa prospettiva offre una visione più accurata e dinamica delle città.
Questi dati, che includono informazioni sulle telefonate e i sistemi GPS, potrebbero plasmare una nuova definizione universale di città. La ricerca suggerisce che comprendere i flussi di persone è cruciale per il successo di interventi come gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.
Il focus sui flussi umani diventa quindi un indicatore chiave per ottimizzare la vivibilità urbana.
Oltre a offrire una prospettiva più accurata sulle città, questi dati possono essere strumentali nell’ottimizzare la qualità della vita nei vari quartieri.
Distribuendo servizi e attività in base alle reali esigenze dei residenti, si può contribuire a rendere più omogenea la vivibilità delle diverse zone urbane.
Tuttavia, la ricerca sottolinea alcune sfide legate all’utilizzo dei dati dei telefoni cellulari. La protezione della privacy è una preoccupazione primaria, e c’è il rischio di rappresentare in maniera eccessiva alcune porzioni della popolazione, come i giovani e i più ricchi.
Pertanto, l’equilibrio tra utilità e rispetto della privacy diventa cruciale nel sfruttare appieno il potenziale di questi dati.
In un’epoca in cui le città sono in costante evoluzione, l’adozione di una definizione più dinamica basata sui flussi umani potrebbe essere fondamentale per un futuro urbano più sostenibile e adattabile.
La cosa più affascinante è che questi dati potrebbero dare la possibilità di sviluppo intelligente e modernro proprio anche seguendo l’andamento dei dati forniti proprio dai telefonini che lo popolano e vivono.