Il testo di “Cuoricini” – Coma_Cose
Oggi mi sento una pozzanghera
Se l’ansia mi afferra
Con lo sguardo verso il cielo
Ma il morale per terra
Se mi trascuri impazzisco
Come maionese
Ci sto male, male male male
Vorrei svagarmi ma oggi una canzone
Dura come un temporale
Anche se è molto popolare
E mi hai buttato via
In un sabato qualunque
Mentre andavi in cerca
Di uno slancio di modernità
Ma tu volevi solo
cuoricini, cuoricini
Pensavi solo ai cuoricini, cuoricini
Stramaledetti cuoricini, cuoricini
Che mi tolgono il gusto di sbagliare tutto
Poi mi uccidi, poi mi uccidi
Quegli occhi sono due fucili, due fucili
Che sparano sui cuoricini, cuoricini
Persino sotto alla notizia
Crolla il mondo
Un divano e due telefoni
È la tomba dell’amore
Ce l’ha detto anche un dottore
Porta un chilo di gelato
E poi nel dubbio porta un fiore
E almeno un kiss, please
E se oggi ho le pupille
Più grandi del cuore non mi giudicare
Male male male
Che dovrei dire io che ti parlavo
E tu nemmeno ti mettevi ad ascoltare
Tu mettevi solo
Cuoricini, cuoricini
Pensavi solo ai cuoricini, cuoricini
Stramaledetti cuoricini, cuoricini
Che mi tolgono il gusto di sbagliare tutto
Poi mi uccidi, poi mi uccidi
Quegli occhi sono due fucili, due fucili
Che sparano sui cuoricini, cuoricini
Persino sotto alla notizia
Crolla il mondo
Ma fortunatamente
Un sabato qualunque
Mi hai portato via da tutta quanta
La modernità
Ma dove scappi senza
Cuoricini, cuoricini
Per l’autostima
Cuoricini, cuoricini
Che medicina
Cuoricini, cuoricini
Ma che tolgono il gusto
Di sbagliare tutto
Poi mi uccidi, poi mi uccidi
Quegli occhi sono due fucili, due fucili
Che sparano sui cuoricini, cuoricini
Persino sotto alla notizia
Crolla il mondo
Cuoricini, cuoricini
Cuoricini, cuoricini
Persino sotto alla notizia
Crolla il mondo
Analisi del testo:
Il testo di “Cuoricini” dei Coma_Cose esprime un senso di disagio e alienazione nei rapporti moderni, dove la comunicazione è ridotta a interazioni superficiali. L’uso insistente della parola “cuoricini” simboleggia l’approccio digitale e distaccato alle emozioni. La protagonista si sente trascurata e sopraffatta dall’ansia, con immagini evocative come la maionese che impazzisce o la pozzanghera. La canzone alterna momenti di malinconia e ironia, sottolineando la perdita di autenticità nelle relazioni. L’amore si trasforma in un’illusione, in cui anche uno sguardo diventa un’arma. Il tema della modernità, visto come una minaccia ai sentimenti reali, è centrale. Il testo suggerisce che l’abuso di simboli virtuali sostituisce le emozioni vere, generando incomprensione e solitudine. L’amore diventa un campo di battaglia tra desiderio di autenticità e pressione sociale. La ripetizione ossessiva di “cuoricini” enfatizza il contrasto tra il bisogno di connessione e la freddezza dei gesti digitali. L’ironia del testo si accompagna a una riflessione amara sul modo in cui la tecnologia condiziona i sentimenti. Il finale suggerisce una possibilità di evasione dalla superficialità, ma resta aperto alla fragilità della relazione.
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