La Pace sia con voi. Con queste parole Papa Leone XIV si è affacciato per la prima volta dalla loggia di San Pietro, dando inizio a un nuovo capitolo della storia della Chiesa. Parole semplici, essenziali, ma profondamente significative, soprattutto in un tempo attraversato da tensioni, divisioni e incertezze. Sono anche parole che sembrano voler parlare al cuore, prima ancora che alla mente.

I primi giorni del pontificato di Leone XIV stanno naturalmente attirando l’attenzione di credenti, osservatori e media di tutto il mondo. È inevitabile, ogni nuovo Papa viene osservato nei dettagli: nelle parole, nei gesti, nello stile. È però importante, e lo dico con convinzione personale, evitare paragoni troppo veloci, soprattutto con Papa Francesco. Ogni Pontefice ha la sua storia, il suo modo di essere, e merita il tempo necessario per mostrarsi e farsi comprendere.

Detto questo, è interessante vedere come i primi segnali raccontino due stili diversi, pur nella stessa missione.

La scelta del nome è già significativa: Leone XIV richiama una lunga tradizione, nomi che evocano forza e radicamento nella storia. Papa Francesco, invece, fu il primo a scegliere il nome del santo di Assisi, tracciando subito un sentiero di semplicità e vicinanza agli ultimi.

Anche l’apparizione pubblica ha avuto toni differenti. Leone XIV è apparso composto, sobrio, quasi riflessivo. Nessun gesto fuori dagli schemi, nessuna parola fuori posto. Francesco, nel 2013, aveva colpito subito per la sua spontaneità: il silenzio prima della benedizione, la richiesta umile di una preghiera del popolo per lui, la familiarità del saluto con “fratelli e sorelle, buonasera”.

L’abito fa il Papa? Forse no, ma anche lì si leggono simboli. Leone XIV ha indossato subito la mozzetta rossa e la stola pontificia. Francesco, al contrario, le aveva evitate, scegliendo una linea visiva più essenziale e vicina alla gente.

Nelle prime udienze con cardinali e delegazioni, Leone XIV ha mantenuto un tono formale, attento, molto legato al linguaggio della dottrina. Francesco, nei suoi primi incontri, aveva subito rotto alcuni schemi: toni più caldi, battute, gesti di confidenza.

Anche il dettaglio del ritorno in Vaticano è parlante: Leone XIV è rientrato come previsto, secondo il cerimoniale. Papa Francesco, invece, aveva stupito tutti salendo su un pulmino insieme agli altri cardinali, mostrando da subito uno stile informale.

L’alloggio è un altro segnale. Leone XIV ha deciso di abitare negli appartamenti papali, secondo la tradizione. Francesco, invece, scelse la Domus Sanctae Marthae, un luogo più semplice e meno isolato, per vivere più vicino alle persone.

Nella prima celebrazione liturgica da Papa, Leone XIV ha seguito il rito in modo rigoroso e solenne. Francesco, invece, aveva già introdotto qualche piccolo segno diverso: l’altare rivolto verso il popolo, l’omelia pronunciata a braccio, senza fogli.

Tutte queste osservazioni non vogliono giudicare, né creare contrapposizioni. Sono solo segnali, piccoli tratti iniziali che raccontano sensibilità e linguaggi diversi. Il cammino è appena iniziato. Il tempo dirà chi è davvero Papa Leone XIV, quali saranno i temi che più gli stanno a cuore, quale sarà il suo stile nel guidare la Chiesa.

Nel frattempo, possiamo accogliere con fiducia il suo messaggio iniziale: La pace sia con voi. Una frase che non chiede paragoni, ma ascolto. E forse anche una risposta.


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