Metti un format di successo. Aggiungi un conduttore esperto di comunicazione perchè ha studiato. Metti quattro parroci, preti, o ministri di Dio o come vuoi chiamarli. Aggiungici un pubblico partecipante attivo in sala. E infine, una platea estesa come la rete globale di internet…
Ecco che viene servito e sapientemente creato un precedente di cui (s)parlare.
A distanza di giorni dalla sua realizzazione e diffusione, ecco che diventa virale la puntata del podcast.
Ne parlano le persone per strada, nei giornali locali, nelle parrocchie, nelle sale della curia valdostana. L’eco e il propagarsi della cosa giungono all’orecchio di organi di stampa nazionali e televisioni di stato. Ne sono più che sicuro, arriva anche alle alte sfere in Vaticano.
Permettetemi di esprimermi per come credo. Lo faccio per quanto non richiesto. Voglio farlo senza filtri, senza censure e senza paure di scomuniche. Non temo di perdere amicizie varie…
Suvvia, ma siamo seri… Smettiamola di fare i bigotti o gli pseudo tali!
Iperbenisti si appellano solo a valori presunti. I parroci rispondono alle varie domande poste. Fanno battute che volevano essere semplicemente tali in un contesto non formale ma di relax. È come se fosse una chiacchierata fra amici. Questa conversazione è estesa a un pubblico di persone curiose e interessate.
Che senso ha, accusare a priori senza andare a fondo dell’iniziativa che ha avuto merito di mettere a nudo delle sacrosante (scusate il termine) verità!
“Certe cose non avrebbero dovuto dirle o avrebbero dovuto dirle in maniea più delicata o diversa…”
Ma perchè? Non hanno forse anche loro, e ci mancherebbe altro, il diritto di esprimersi come meglio credono?
La società impone che una persona che ricopre un ruolo per la comunità non possa o non debba esternare i propri pensieri e non per una questione di mera opportunità ma perchè ” non si fa!”, “non è bello!”, “non dovrebbe dire lui/eli quelle cose visto il ruolo che occupa…”
Spiegatemi ma perchè?
Tutte e tutti immuni dall’avere giudizi, pensieri opinioni?
Tutti a vivere come pecoroni? Conformati, in serie non solo nella vita di tutti i giorni ma anche nei pensieri?
Ma perchè!
Ma poi … non era proprio il loro Principale che ha affermato “chi non ha peccato scagli la prima pietra…” qui è stata una vera e propria sassaiola (per altro esagerata!)
Personalmente ho apprezzato la schiettezza e la sincerità di uomini che prima di tutto si sono dimostrati tali. Uomini appunto.
La loro testimonanza tende a “svecchiare” e ad avvicinare la Chiesa ad una popolazione sempre più giovane e frenetica, rispeto a quella di un tempo che era e resta, per certi versi, ancorata a forme, formule e regolamenti magari non scritti ma formali e imposti, a dispetto della spontaneità e della genuinità.
Le persone, il popolo, le pecorelle e i cristiani, (chi più chi meno), hanno bisogno di chi parli (scusate i termini) pane al pane e vino al vino (per quanto possa essere anche vin santo).
Si dovrebbe prendere esempio dal giovane (di testa non di età) Papa Bergoglio che proprio in questo senso ha svecchiato l’aspetto ingessato della Chiesa, rompendo in più occasioni, protocolli, regolamenti e usanze, radicate nei tempi.
Un parroco alla Don Camillo non sarebbe male e in un ambiente come quello nostro , i parroci che si sono messi a nudo, con le loro dichiarazioni, si sono fatti amare, più che giudicare male.
Che poi se ben osservate, sono i soliti/e benpensanti che davanti parlano per salvare la faccia.
Parlano bene di fronte alle persone ma appena si voltano si divertono alle spalle e diventano detrattori/trici in prima linea.
Cercano, malamente e impropriamente, di difendere i profondi valori (nei quali spesso nemmeno loro credono e osservano come dicono o dovrebbero).
Apprezzo dunque quei parroci e personalmente spero che ci siano altri appuntamenti in cui , con naturalità e senza alcun filtro e/o pregiudizio, possano esprimere le loro idee, rendersi più “umani e terreni” e più vicini alla gente.
Spero ci aiutino a capire meglio cosa vivono, cosa provano e tutte le varie vicende e storie che possono raccontare avendo un bagaglio culturale e di vita non indifferente e che altrimenti andrebbe sprecato in quanto riservato alla stretta cerchia di coloro che fanno parte del loro mondo.
Ben vengano iniziative di questo tipo e speriamo siano fonte di riflessione e di crescita.
Voi che ne pensate?
In attesa di conoscere la vostra posizione e idea, namastè!
Scopri di più da FMTECH
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.